Quando si pensa a Citroën vengono subito in mente automobili fuori dal normale. Perché l’originalità è impressa nel codice genetico di questa marca, così come nella personalità del suo fondatore, André Citroën. Industriale nel settore degli ingranaggi dalla particolare forma a V rovesciata (il celebre simbolo del double chevron si riferisce appunto al disegno di queste ruote dentate), nel 1919 si gettò nel settore dell’automobile; il primo modello fu la Citroën Type A. Il successo arrivò presto, grazie soprattutto a grandi intuizioni commerciali, come l’importanza della pubblicità: dai massacranti raid nei deserti africani e in Asia, cioè la “Crociera nera” e la “Crociera gialla”, oppure l’accensione della Torre Eiffel, ricoperta di lampadine per proiettare la scritta Citroën.
Il punto più alto della parabola di André Citroën costituì anche la sua rovina: il progetto della rivoluzionaria Traction Avant, la prima automobile con trazione anteriore e scocca portante. Progettata da due uomini geniali come André Lefèbvre e il designer italiano Flaminio Bertoni, questa vettura uscì nel 1934; tuttavia la complessa tecnologia richiedeva investimenti enormi che svuotarono le casse dell’azienda, che andò in liquidazione alla fine di quell’anno. Venne rilevata dalla Michelin. André Citroën fu estromesso; si ammalò anche gravemente e morì nel 1935.
Il nuovo presidente della Citroën, Pierre Boulanger, cominciò subito a lavorare su un’auto molto economica per le masse. Ma il progetto dovette attendere la fine della Seconda Guerra Mondiale. Solo nel 1948 uscì la Citroën 2CV, anch’essa disegnata da Bertoni. Semplice e robustissima, divenne un’icona della Francia, rimase in produzione per 42 anni, venduta in 4 milioni di esemplari. Boulanger morì nel 1950 in un incidente stradale.
Nel 1955 arrivò l’erede della Traction Avant e fu un’altra auto leggendaria, la mitica Citroën DS. Un’ammiraglia dal design unico, il capolavoro di Bertoni. Ma anche dal contenuto tecnologico all’avanguardia, come le altrettanto celebri sospensioni idropneumatiche. La sua produzione durò per 20 anni. Flaminio Bertoni morì nel 1964.
Nel 1968 Michelin rilevò la Maserati per creare un modello Citroën di lusso, superiore alla DS. Fu la Citroën SM. Nel 1970 arrivò il modello medio Citroën GS, sulla base della DS. Tuttavia l’acquisizione del marchio italiano fu fonte di grossi problemi finanziari. Dopo un tentativo di cessione alla Fiat, abortito per l’opposizione del governo francese, la Citroën venne ceduta alla Peugeot che avviò una fusione nel 1974, vendendo anche la Maserati a De Tomaso. In quell’anno travagliato uscì l’erede della DS, ovvero la Citroën CX, dalla notevole aerodinamica. Nel 1976 nacque il gruppo PSA Peugeot-Citroën. Nel 1978 uscì la piccola Citroën Visa. Tra gli anni ’80 e ’90 Citroën ottenne un buon successo commerciale con modelli piccoli e medi: BX, AX, Saxo. Nel 1989 uscì l’erede della CX, la Citroën XM, prima auto di serie al mondo con sospensioni attive a controllo elettronico. Ricordiamo poi le medie ZX e Xantia, questa la prima con sistema di controllo elettronico antirollio.
Nel nuovo millennio ci fu un’elevata espansione commerciale, merito in buona parte dei motori turbodiesel PSA, che già allora univano bassi consumi a prestazioni di buon livello. Tra i modelli arrivano le “C numerate”, seguite dalla linea di lusso DS, che nel 2014 è diventata un marchio autonomo. E siamo ai giorni nostri.
La gamma attuale Citroën è come sempre basata su un design che non passa inosservato, non convenzionale, come recita uno degli slogan della marca. Soprattutto berline a due volumi ma stanno arrivando anche i crossover, accanto alle affermate versioni monovolume. Si parte dalla piccola Citroën C1, simpatica city car in grado d’infilarsi in tutti gli spazi stretti dei centri urbani, però con stile. Poi troviamo la regina, il modello che ad ogni generazione si conferma un bestseller: la Citroën C3. Berlina compatta di segmento B, nel 2016 ha lanciato la sua serie attuale che ha gettato un sasso nello stagno nel mondo del design, grazie alla sua linea assolutamente vistosa, primi su tutti i paracolpi a capsule in aria compressa posti sulle fiancate, gli ormai famosi Airbump. Motori adeguati, notevole vivacità anche negli interni, completezza di equipaggiamento e ottimo comfort sono le caratteristiche vincenti di questo modello. Alla C3 berlina si è affiancata nel 2017 la novità della versione crossover, cioè la Citroën C3 Aircross. Assetto rialzato per superare meglio le sconnessioni e qualche puntata sugli sterrati leggeri, look avventuroso e deciso per recitare un ruolo da protagonista in un settore in piena esplosione. C’è anche la versione monovolume con C3 Picasso.
Troviamo poi la linea Citroën C4, dimensioni medie di segmento C, declinata nelle varianti Picasso e Grand C4 Picasso come monovolume, oltre a C4 Cactus e C4 Aircross per chi vuole forme più extraurbane. In listino anche i modelli di segmento D, la berlina Citroën C5 e la versione station wagon C5 Tourer. Importanti anche i people mover, cioè Citroën Spacetourer e Spacetourer Business. Non mancano nemmeno i veicoli commerciali leggeri Jumpy Atlante e Jumper Atlante. Infine le auto elettriche, la cittadina Citroën C-Zero e la spiaggina Citroën E-Méhari.
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