Acquistare un’auto elettrica, senza ecobonus, può essere finanziariamente molto dispendioso: esiste, però, una soluzione per convertire la propria vettura tradizionale in una a zero emissioni. Ecco come fare.
Le auto elettriche rappresenta non solo il futuro, ma ormai anche il presente del mondo a quattro ruote. Non esiste al mondo, infatti, un produttore che non abbia inserito nella propria offerta almeno un vettura a parziale propulsione elettrica, come nel caso delle auto ibride, o completamente a zero emissioni.
Acquistare un’auto elettrica, però, senza l’aiuto degli ecoincentivi statali, per molti automobilisti è ancora una spesa notevole da affrontare per il costo ancora elevato della maggior parte dei veicoli a disposizione mentre il mercato dell’usato, essendo tutte vetture relativamente nuove, non offre ancora una grandissima possibilità di risparmio. Esiste, però, un modo per convertire la propria auto “tradizionale”, trasformandola in una vera e propria elettrica.
Retrofit elettrico, cosa è e come funziona
La conversione di un’auto elettrica, conosciuta anche come retrofit elettrico o riqualificazione elettrica, consiste in un insieme di modifiche elettriche e meccaniche effettuate su un veicolo classico volte a trasformarlo in una vettura elettrica o ibrida. Il retrofit elettrico, quindi, è quella pratica che permette di trasformare ogni auto in una vettura a zero emissioni. In questo modo il proprietario, che magari guida un’auto vecchia e con emissioni decisamente molto inquinanti, può decidere di darsi al green trasformando completamente la propria vettura.
Questa pratica presuppone quindi una serie di modifiche elettromeccaniche applicate a un veicolo tradizionale, al fine di renderlo ibrido o elettrico, assicurandone, al contempo, una vita più lunga. Una pratica relativamente nuova visto che in Italia, con l’introduzione del D.M. 219/15, è stata introdotta solo a partire dal 26 gennaio 2016, adeguandosi così alle normative europee rendendo quindi legale la conversione di un’auto all’elettrico tramite la sostituzione del motore vecchio con uno di nuova generazione.
Questa operazione può essere compiuta grazie all’utilizzo di un kit di conversione che, tramite una semplice installazione di pochi componenti, rende il veicolo elettrico. Il kit per la conversione dell’auto è formato da quattro elementi essenziali: batteria agli ioni di litio, motore elettrico, sistemi di controllo per l’adeguamento alla nuova alimentazione e cablaggio. Nel caso in cui si decida di procedere con il retrofit elettrico della propria vettura è fondamentale affidarsi esclusivamente a produttori seri e riconosciuti: affinché il kit sia legale e possa essere installato in maniera adeguata sulla propria auto, il produttore deve essere accreditato al Ministero dei Trasporti. Una volta individuata la capacità della batteria da installare il tecnico chiamato al montaggio dovrà cercare di mantenere la disposizione originaria dei componenti invariata, anche se questo non è sempre possibile.
Dopo aver completato la trasformazione a livello meccanico, però, c’è da concentrarsi sulle pratiche amministrative; il retrofit elettrico, infatti, costringe il proprietario a procedere all’omologazione della vettura, che si traduce in un piccolo aggiornamento della carta di circolazione, così da essere in regola con la documentazione del PRA. Questo passaggio si esegue dopo che la Motorizzazione Civile ha eseguito un attento collaudo e prevede un costo finale che viene sostenuto dall’utente; per la legge italiana, infatti, bisogna immatricolare nuovamente l’auto come veicolo unico.
Quanto costa il retrofit elettrico e a chi conviene
Un’operazione così complessa come il retrofit elettrico, ovviamente, ha dei costi. Non è semplice quantificare con precisione, però, la spesa che un automobilista che vuole convertire la propria auto endotermica in una elettrica deve sostenere. Ogni auto può essere sottoposta a retrofit elettrico. L’operazione, per, è sconsigliata per i collezionisti e gli appassionati di auto d’epoca, considerando che l’autenticità di tali veicoli verrebbe inevitabilmente compromessa a causa di una trasformazione del genere. Il costo del retrofit elettrico parte da circa 6.000 euro se la conversione riguarda vetture di piccole dimensioni come citycar o piccole utilitarie mentre per la conversione di auto di grandi dimensioni il costo dell’operazione può arrivare anche a 30.000 euro. Questo, principalmente, è dovuto al costo della batteria: maggiore è la sua dimensione, più importante sarà la spesa che andrà affrontata complessivamente. In linea generale, però, la spesa media si aggira sui 10 mila euro.
Ai costi, però, vanno sommati anche i vantaggi della conversione all’elettrico che consistono principalmente in:
- minore impatto ambientale rispetto a quello di un motore endotermico;
- notevole risparmio sul prezzo del carburante;
- accesso delle auto con conversione retrofit nelle aree ZTL;
- esenzione dal bollo dai tre ai cinque anni e alte agevolazioni sul costo dell’assicurazione.
Bonus retrofit, cosa è e come ottenerlo
Visti i costi elevati dell’operazione e la necessità di rinnovare il parco auto italiano, uno dei più vecchi attualmente circolanti in Europa con una media circa 11 anni per veicolo, il Governo ha deciso di concedere un incentivo a tutti coloro che decidono di convertire la propria vettura endotermica in una elettrica. Il 1° ottobre 2022 è entrato in vigore il provvedimento per il Bonus Retrofit con decreto del 26 luglio 2022, n. 141 del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, e prevede, anche per l’anno in corso, un rimborso pari al 60% della spesa sostenuta per l’installazione del kit di conversione, entro il limite massimo di 3.500 euro. È inoltre previsto il rimborso del 60% delle spese relative all’imposta di bollo per l’iscrizione al pubblico registro automobilistico (PRA) e all’imposta provinciale di trascrizione.
I fondi messi a disposizione per questa misura ammontano a 14 milioni di euro, quindi il bonus è valido fino a esaurimento delle risorse: lo scopo del beneficio rientra in quell’insieme di misure che favoriscono il processo di transizione ecologica e la decarbonizzazione del sistema dei trasporti. Possono usufruire del contributo i proprietari di auto delle seguenti categorie:
- M1, veicoli destinati al trasporto di persone fino a un massimo di 8, oltre il conducente;
- M2, veicoli destinati al trasporto di persone fino a un massimo di 8, oltre al conducente e con massa massima non superiore alle 5t;
- M3, veicoli destinati al trasporto di persone fino a un massimo di 8, oltre al conducente e con massa massima superiore alle 5 t;
- N1, veicoli destinati al trasporto merci con massa massima non superiore alle 3,5 t.
Per richiedere il bonus è necessario presentare apposita domanda sulla piattaforma web dedicata, che è disponibile dallo scorso 15 febbraio all’indirizzo https://retrofit.consap.it. . Per richiedere il contributo si deve compilare la domanda accedendo con la propria identità digitale, quindi tramite SPID. Una volta effettuato l’accesso, comparirà la pagina “Compila l’Istanza”, nella quale si dovranno riempire le caselle richieste; oltre ai dati anagrafici e al codice fiscale, il form richiede anche l’indirizzo e-mail, se si è persona privata fisica o persona giuridica e altre informazioni sul veicolo oggetto del bonus, tra cui la targa, la categoria del veicolo e la data di installazione del motore. In caso si sia persona giuridica, saranno richieste ulteriori informazioni sulla società.
Una volta fatto questo il sistema richiederà le informazioni sulle spese sostenute, fondamentali per l’erogazione del contributo: quindi sarà richiesto di specificare l’importo dell’intervento, l’imposta di bollo per l’iscrizione al PRA e l’Imposta Provinciale di Trascrizione. A seguire bisognerà compilare i dati di accreditamento, inserendo l’Iban e il nome dell’intestatario del conto, quindi allegare la documentazione richiesta, ovvero le fatture e il documento d’identità valido, e infine la firma, che dovrà essere sia autografa sia digitale. Alla fine di questo processo sarà quindi possibile inviare la domanda così da ricevere il rimborso direttamente sul proprio conto.