Volvo punta ad aumentare la sicurezza delle sue vetture. Per questo, la prossima generazione di automobili della casa automobilistica svedese sarà dotato di software e hardware sempre più all’avanguardia. Volvo, quindi, punta a migliorare costantemente le dotazioni di sicurezza per le sue auto. Secondo quanto emerso, i sistemi di sicurezza saranno implementati attraverso l’utilizzo di dati in tempo reale.
Infatti, Volvo punta molto sui dati e sulle informazioni che derivano da situazioni reali. Questo per sviluppare nuove tecnologie di sicurezza che siano sempre più all’avanguardia e che quindi possano elevare maggiormente il livello di sicurezza delle vetture.
Secondo quanto emerso, per la sua prossima generazione di auto, Volvo sta proprio cercando di migliorare la sicurezza elaborando tutti quei dati che arrivano in tempo reale. Questi dati potranno essere elaborati da Volvo solo se, chiaramente i clienti accetteranno di condividerli con la casa automobilistica svedese. In questo modo, Volvo riuscirà a migliorare sempre di più la sicurezza delle proprie vetture.
“Con l’aiuto dei dati reali siamo in grado di accelerare i nostri processi di sviluppo, riducendone la durata da anni a giorni”. A dirlo è Odgard Andersson, CEO di Zenseact, la società di Volvo che si occupa di sviluppo di software per la guida autonoma.
E ha aggiunto: “La raccolta in tempo reale genera molti più dati, quindi possiamo creare set di dati migliori e di qualità superiore che ci permettono di prendere decisioni più efficaci e tempestive in relazione alle prossime innovazioni in materia di sicurezza. Stiamo facendo un passo da gigante per aumentare la sicurezza dentro e intorno alle nostre auto”.
A commentare l’impegno di Volvo sulla sicurezza delle proprie vetture è anche Mats Moberg, responsabile della R&S della casa automoblistica svedese: “La sicurezza fa parte del nostro patrimonio ed è la spina dorsale della nostra casa automobilistica, ma il software costituisce una parte cruciale del nostro DNA. Ora possiamo contare anche sull’intelligenza artificiale, anche grazie al nuovo ‘team virtuale’ di ricerca sugli incidenti”.