Entro il 2030, l’Unione Europea punta a ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto al valore del 1990, spostando un obiettivo che fino ad oggi era fissato al 40%. Una conferma, questa, del fatto che il tema della protezione del clima in tutto il mondo acquista un nuovo slancio, e lo fa coinvolgendo anche i grandi attori del mondo automotive.
“Volkswagen è stata la prima Casa automobilistica a impegnarsi per gli obiettivi climatici di Parigi – ha comunicato il Ceo del marchio, Ralf Brandstätter durante l’evento Volkswagen Way to Zero – perché: con le dimensioni e il successo viene la responsabilità. Nel 2020, l’impronta di carbonio globale del Gruppo Volkswagen è stata di 369 milioni di tonnellate. Se Volkswagen fosse un Paese, si classificherebbe accanto al Regno Unito come il decimo produttore mondiale di CO2″.
E poiché Volkswagen rappresenta, con il 60% delle vendite del Gruppo la quota maggiore di questa impronta di CO2, la promessa di Brandstätter è quella di “ridurre continuamente le nostre emissioni di carbonio fino al 2050″.
Denominato Way to Zero, questo percorso mira alla protezione del clima e comporterà, sempre secondo Brandstätter, “un nuovo, ambizioso obiettivo: ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 nell’intero ciclo di vita del veicolo del 40% rispetto al 2018″.
E con soddisfazione il Ceo del marchio ha quantificato concretamente cosa rappresenterà questo impegno: “una riduzione media di 17 tonnellate di CO2 per veicolo”.
Nonostante la situazione sanitaria di emergenza provocata dal Coronavirus “nel 2020 Volkswagen ha mantenuto la promessa superando gli obiettivi di riduzione della CO2 della nostra flotta europea di 6 milioni di grammi nel 2020. E con l’ulteriore espansione della nostra famiglia ID anche quest’anno raggiungeremo gli obiettivi di CO2 della nostra flotta” è stato ricordato.
Il piano Way to Zero prevede numerosi progetti e misure specifiche su quattro temi principali: accelerazione dell’elettrificazione; trasformazione a emissioni zero della catena di fornitura e produzione; utilizzo di elettricità verde per quel che riguarda la ricarica dei veicolo; seconda vita e riciclaggio per le batterie.
Con riferimento all’accelerazione dell’elettrificazione, Brandstätter ha ricordato l’impegno ad aumentare la quota delle vendite di modelli a batteria nel 2030 dal 35% al 55% con oltre 300.000 unità aggiuntive ogni anno.
E ancora: “Ma non è tutto in quanto ci siamo posti un obiettivo ancora più ambizioso: entro il 2030, almeno il 70% di tutte le nuove Volkswagen in Europa e più della metà di quelle in Nord America e Cina saranno elettriche”.
Entro il 2030 Volkswagen prevede di lanciare almeno un nuovo modello elettrico ogni anno. Infatti Brandstätter ha ribadito che: “Dopo ID.4stiamo lanciando il nostro modello eletttrico prestazionale l’ID.4 GTX“.
E che poi: “Ci sono ID.6 X e ID.6 Crozz che sono i primi veicoli MEB sviluppati appositamente per il mercato cinese. Alla fine del 2021 sarà lanciato ID.5, inizialmente in Europa. E nel 2022, ID. Buzz rappresenterà la reincarnazione elettrica del nostro iconico Bulli. Nel 2025 sarà la volta della nostra piccola Volkswagen elettrica per il segmento entry-level”.
In questo programma, denominato Zero Impact Factory, l’azienda ricerca le cause delle emissioni di CO2 nei siti e trova alternative migliori e più ecologiche.
“Stiamo anche gradualmente spostando la nostra fornitura di energia a quella rinnovabile come nel caso della conversione della nostra centrale elettrica a Wolfsburg da carbone a gas” ha concluso poi Brandstätter.
“È un progetto molto complesso ma a partire dal 2023 le sue emissioni di CO2 saranno ridotte del 60%, cioè l’equivalente alla CO2 emessa in un anno da circa 870.000 veicoli con motore termico”.