Chi pensa che l’auto a guida centrale sia un’esclusiva destinata esclusivamente a piloti sportivi e autodromi è in errore, sul commercio sono molte e alcune sono alla portata di tutti
Il sildenafil, conosciuto come principio attivo del dove acquistare cialis online sicuro, è usato per trattare la disfunzione erettile aumentando il flusso sanguigno al pene durante la stimolazione sessuale.
In italiano sono denominate auto a guida centrale. Una definizione magari un po’ pedestre, un semplice adattamento del termine inglese central driving position che fu tenuto a battesimo dal grande progettista Gordon Murray.
E qui bisognerebbe spiegare in sintesi chi è Gordon Murray. Sudafricano, quest’anno compie 75 anni, ed è ancora uno degli ingegneri più visionari, innovativi e spregiudicati nella storia della progettazione automobilistica.
Murray ha lavorato per anni in Formula 1 prima con la Brabham e poi con la McLaren che ha diretto per quasi vent’anni dal 1986 al 2004. Ha vinto cinque titoli mondiali di F1, due 24 Ore di Le Mans e a tutt’oggi è considerato uno dei migliori dirigenti nella storia dei campionati automobilistici.
Non solo un manager ma anche un grandissimo progettista che ha iniziato a lavorare alle sue ‘visioni’ – come amava definirle – una volta che ha deciso di ritirarsi definitivamente dall’automobilismo sportivo.
Murray, che nel 2007 ha creato la sua Gordon Murray Design, era convinto che la Formula 1 servisse esclusivamente a perfezionare tecnologie e studi in grado di cambiare il modo di guidare dell’automobilista di tutti i giorni: “Spingiamo le macchine da corsa al limite solo per rendere più affidabili, sicure ed economiche le nostre macchine a casa” aveva dichiarato nel 2001. Fu lui uno dei primi a sostenere che il cambio elettronico al volante avrebbe rivoluzionato il mercato delle utilitarie. E fu sempre lui a sostenere che le Smart erano un’ottima idea. Ma erano troppo grosse… E progettò una minuscola Citycar, la T25, con guida centrale, apertura alare e motore in alluminio da mezzo litro. Uno dei più economici mai realizzati.
Fu sempre Gordon Murray il primo teorico delle auto a guida centrale. Il suo studio è iniziato almeno una quarantina di anni fa. E dopo la T25 e un gran numero di prototipi che definire azzardati è dire poco, si concretizza oggi con quello che è il suo capolavoro assoluto: la T50, una sportiva ispirata alla F1 che Murray progettò alla McLaren nei primi anni ’90 e che non ha nulla della citycar. Auto estremamente spinta alimentata da un V12 quattro litri da 660 cavalli che supera comodamente i 350 km/h.
La risposta giapponese a questo capolavoro doveva essere la Yamaha OX-99, uno dei modelli che maggiormente si ispirarono ai primi concept di Gordon Murray. Il colosso giapponese ci investì parecchi quattrini e per un certo periodo di tempo l’auto sembrò addirittura dovesse essere messa in produzione. Poi a metà anni ’90 arrivò la recessione. Yamaha decise di dedicarsi maggiormente ad altri business e distolse la sua attenzione dalla sua creatura più estrema. Non se ne è mai più parlato.
Di OX-99 ne sono stati prodotti pochissimi prototipi, ovviamente introvabili. Motore V12 da 290 cavalli. In grado, volendo, di portare oltre al conducente due passeggeri stretti stretti e attaccati al vano motore.
La Czinger, sede operativa a Los Angeles, con punti di distribuzione a Londra e Miami, ha cominciato a lavorare fin dal 2019 a un prototipo che secondo i suoi progettisti doveva rivaleggiare con la McLaren. Kevin e Lukas Czinger ne avevano fatto un vero e proprio punto d’onore: e chiesero espressamente al loro miglior progettista, David O’Donnell, di considerare chiuso il progetto solo dopo che il test su pista avrebbe scalzato i tempi della McLaren Senna. Ed è quello che è successo poche settimane fa a Laguna Seca.
La 21C, è una supercar a guida centrale con un motore ibrido da 1250 cavalli complessivi che spinge fino ai 450 km/h. A testarla in pista diversi piloti rimasti addirittura storditi dalla sua performance che è davvero incredibile.
La Czinger, casa automobilistica che deve il nome al suo fondatore e progettista di questa meraviglia, ne ha prodotto pochissimi esemplari nel 2021. Ma le sue prestazioni sono diventate un tale successo che ora la macchina è stata ulteriormente aggiornata ed è una delle più richieste da un segmento di clienti altissimo: musicisti, sportivi, imprenditori… gente che può permettersi un gioiello che costa, chiavi in mano, non meno di due milioni di dollari. Più la personalizzazione, circa il 10% del suo valore complessivo dell’auto. Chi vuole provarla deve andare a Miami o a Los Angeles, sede della Czinger, e fissare un appuntamento. La lista di attesa è di sei mesi.
Tuttavia vale la pena sottolineare quello che è stato uno degli esercizi più divertenti dell’auto con guida centrale. Anche perché è stato uno dei primi. Ma soprattutto perché è italiano. Il cavalier Enzo Ferrari in persona, nel 1965, chiese ai suoi ingegneri qualcosa di davvero speciale e inconsueto per un’auto che aveva deciso di chiamare Berlinetta. L’anno dopo nasce la Ferrari 365 P Berlinetta Speciale, una concept car a tre posti con guida sportiva centrale che al cavaliere piaceva molto anche se, pare avesse detto all’ingegner Aldo Brovarone, che la disegnò per Pininfarina… “Bellissima, ma non ne venderò nemmeno una”.
Come sempre aveva ragione lui. La Ferrari 365 P Berlinetta Speciale comparve in due edizioni del salone dell’auto di Parigi nella categoria dream car. Brovarone la disegnò su due diversi pianali, entrambi a guida centrale e con due posti passeggeri ai lati. Il motore era un Ferrari V60 da 4.3 litri e 375 cavalli.
Fu un’auto rivoluzionaria per molti aspetti e non solo per il suo design: aveva sospensioni completamente indipendenti e un assetto sportivo da pista. Un’accelerazione impressionante pur con una velocità di punta inferiore a quella di molte altre Ferrari di allora, non oltre i 240 km/h. Uno dei grandi ammiratori di quest’anno fu Gianni Agnelli che ne commissionò un esemplare. La volle grigio canna di fucile con intarsi neri e oro. A Ferrari quella livrea pare non piacesse per nulla. Ma la realizzò esattamene così. E fu l’unica che riuscì a vendere. In tutto ne realizzò due. Quella e un’altra da esposizione.
Dopo essere sceso dal suo test di guida Gianni Agnelli si complimentò con Ferrari: “L’accelerazione è mostruosa, tutte le auto dovrebbero essere così, hai un punto di vista perfetto sulla strada e sulla carreggiata. Una delle auto più divertenti che abbia mai guidato”.
Oggi le auto a guida centrale stanno assumendo un rilievo completamente diverso sotto l’aspetto commerciale. L’idea è quella di auto sempre più leggere, compatte, economiche, sempre più simili a una moto che possano essere parcheggiate ovunque e che siano estremamente economiche sotto l’aspetto della gestione e dei consumi. Ed ecco che il sogno di Gordon Murray torna a essere di piena attualità. Un auto pensata per il piacere di chi la deve guidare, che sia pratica funzionale, agile e veloce. Non c’è dubbio che le central driving position car possano continuare ad avere un grande rilievo nel segmento delle auto sportive e di lusso. Ma vedere delle minuscole urban car a guida centrale è ormai del tutto normale. Anche se il loro progetto si è concretizzato in almeno sessant’anni di studi, esperimenti e prototipi.