Era abruzzese e si chiamava Corradino D’Ascanio, è scomparso 25 anni fa e ai più questo nome non evoca alcunchè.
Ma se invece lo associamo alla Vespa Piaggio e all’elicottero le cose cambiano notevolmente e anche il tributo riservatogli nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa da un Comitato Scientifico che ha voluto recuperare tutti i lavori e i progetti di D’Ascanio, nel lungo e impegnativo cammino che l’han portato alla realizzazione di questa mitica due ruote entrata prepotentemente nella storia d’Italia e della nostra industria alla stregua della Fiat 500 e 600 degli anni 50 e 60.
La Vespa fu presentata quale prototipo, alla Piaggio nel 1932 e nel 1946 ebbe inizio la commercializzazione. I punti di forza stavano nel concetto impresso dal suo progettista , renderla popolare come la bicicletta, diffusissima per i tempi, a costi accessibili e con prestazioni da motocicletta.
L’eleganza, la classe erano elementi aggiunti che poi fecero il “miracolo” in tutto il mondo. Curiosa la storia del nome che si deve a Piaggio, visto che D’Ascanio progettò questa due ruote proprio per l’industriale italiano che, vedendola, esclamò: “ Questo veicolo è l’ideale per donne e preti, ma come farà a reggere due persone con quel vitino di…. Vespa….. “.
Così nacque la Vespa, rievocata anche nella cinematografia, ricordiamo l’indimenticabile “Vacanze Romane” del grande Gregory Peck e della mitica Audrey Hepburn in sella alla Vespa anni cinquanta per le strade di Roma e da lì in poi, in un crescendo di modelli, via, via sempre più perfezionatisi fino ad oggi, ma nel DNA dell’attuale versione, sempre la leggendaria due ruote che fece sognare la generazione che uscì dalla grande guerra e quella che le succedette.