L’Unione Europea ha deciso di rivedere i tempi della conversione all’elettrico. Infatti l’Agves (Advisory Group on Vehicle Emission Standards) ha rimaneggiato gli standard dei motori Euro 7, impostando dei limiti di NOx oggi tecnicamente raggiungibili.
La tolleranza per quanto riguarda gli ossidi di azoto è passata da 10 a 30 mg per chilometro, più in linea con le tecnologie attuali. Il livello di emissione sarà raggiungibile dai motori endotermici benzina e diesel, che quindi non andranno in pensione a stretto giro.
Questa revisione è conseguente alle pressioni di governi e case automobilistiche europee, già pesantemente messo in difficoltà dalla crisi conseguente alla pandemia. Restrizioni così severe hanno messo il settore automotive inevitabilmente in difficoltà, prevedendo rallentamento nella produzione e calo vertiginoso delle vendite.
La VDA, ovvero l’associazione tedesca che rappresenta il settore, è sempre stato molto critica per quanto riguarda gli standard Euro 7. Questo cambiamento è stato preso con grande favore: nei mesi scorsi l’associazione aveva sottolineato come fosse molto concreto il rischio di altissima disoccupazione come conseguenza di una conversione del settore troppo veloce. Il presidente Hildegard Müller ha dichiarato: “I piani per il nuovo standard Euro 7 relativo alle autovetture dimostrano che la Commissione europea ha accettato i limiti di ciò che è tecnicamente fattibile e ha abbandonato obiettivi irraggiungibili“.
Nuovi standard Euro 7: pressioni da governi e case automobilistiche
In linea con la Germania anche la Francia, che ha sempre sostenuto gli standard elettrici ed ecologici come un incentivo: limiti così stringenti rischiavano di essere assolutamente distruttivi e non migliorativi. Il miglioramento ecologico non può non tenere conto anche degli aspetti economici e sociali.
L’Europa comunque non cede per quanto riguarda le restrizioni. Infatti è solo rimandata l’archiviazione dei motori a benzina e diesel: lo standard dei 10 mg per km per i motori Euro 7 potrebbe entrare in vigore nel 2025 o 2027, dando giusto qualche anno ancora alla tecnologia per adeguarsi. Come ha spiegato Müller, saranno “tra le cinque e le dieci volte più severe rispetto allo standard Euro 6“.