Ultimamente sentiamo parlare dai siti d’informazione di Uber. Ma cos’è in realtà Uber? Come funziona? Ve lo spiegheremo in questo articolo andando ad approfondire questo servizio approdato da poco anche in Italia.
Uber innanzitutto nasce come un’applicazione da un’azienda americana ed in qualche modo vuole essere l’alternativa attuale a quelli che sono i tradizionali taxi offrendo appunto lo stesso servizio ma con trattamento un po’ diverso così come il suo costo e il modo di funzionare: comodo per molti, difficoltoso per altri (specialmente chi magari non è proprio pratico con le applicazioni dei telefoni cellulari).
Questa vettura con a bordo l’accompagnatore può essere prenotata semplicemente con una sorta di messaggio oppure magari chiamando il numero specifico sempre attraverso l’applicazione. Ecco quindi che l’auto arriva sul posto concordato e già saprà la destinazione ed il “cliente” sa sin da subito sa da dove quest’auto proviene così da esser al corrente, di conseguenza, del tempo di attesa anche se generalmente l’auto in questione tende ad essere una delle più vicine.
Uber è altresì un servizio di trasporto che sempre più si sta evolvendo e diffondendo su scala mondiale: è partito nel 2009 dall’America e si sta spargendo a macchia d’olio. Vuole essere l’alternativa ai taxi, l’evoluzione potremo dire dato che oramai l’utilizzo delle cosiddette “app” avviene già dagli adolescenti. Il viaggiatore che usufruisce di questo servizio può anche farsi una stima del prezzo che andrà a spendere con Uber perché c’è una sorta di “tassametro” per preventivarne la spesa del tragitto. Se l’automobile viaggia in media sotto i venti chilometri orari si applica una tariffa a tempo, mentre se la velocità è più alta si va a distanza, a chilometraggio quindi. Diversamente per come funziona per i taxi, il cliente non dovrà pagare il conducente del mezzo poiché il pagamento avverrà per mezzo della propria carta di credito il cui codice è stato inviato dal messaggio di prenotazione.
Guardando il territorio nazionale, c’è da dire che Uber è ancora poco conosciuto anche se ha già fatto molto parlare di sé addirittura con scioperi da parte dei classici tassisti. E’ stato introdotto nel 2013 a Roma ed a Milano, nelle principali metropoli italiane quindi, con lo scopo di testarne l’efficacia e introdurlo magari anche in altre cittadine più o meno grandi col passare del tempo.
Rispetto alla tradizionela automobile bianca del tassita, quella dell’Uber va ad accrescere il costo della medesima tratta almeno del 20/30% e dobbiamo altresì considerare che non hanno ancora tutte le regolari licenze gli Uber, cosa che, sia gli stati Europei che quelli statunitensi che propongono questo servizio, stanno cercando di regolarizzare o addirittura fermare in caso subentrino numerose problematiche interne.
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Ma… che differenza c’è tra le auto di Uber e quelle dei tassisti che abitualmente vediamo circolare per strada? Ecco che qui il discorso non è breve da fare. Si consideri infatti che il cliente può addirittura scegliere in quale modo arrivare a destinazione, cioè scegliere l’auto con la quale compiere la tratta scelta. Ci sono cinque tipologie di veicoli che ora andremo pian piano a snocciolare e descrivere: le Black Car, ossia le Auto Nere, i “Taxi”, gli UberX, i Suv o le Lux.
Se optiamo per le Black Car (Auto nere) ecco che il trattamento è dei migliori poiché arriverà sul posto indicato una elegante e lussuosa berlina che può ospitare fino a quattro persone e, se volete qualche esempio, pensate allora alle Audi A8, Bmw Serie 7, Mercedes Classe S o Jaguar XJ o comunque vetture di quella fascia di mercato.
Se questo non vi soddisfa c’è l’opzione SUV che costa di più e, come già avrete capito, questa volta sarà un grande e comodo fuoristrada ad arrivare sul posto capace di ospitare sei persone oltre al conducente del mezzo.
Ancora non vi basta? Uber, per i più esigenti, propone anche l’opzione LUX. Questa funziona un po’ come Car Black poiché arriverà una berlina di lusso con quattro posti, tanta comodità ed eleganza e questa è la variante più costosa.
Scostandoci un po’ c’è l’opzione “Taxi”. Questa non è altro che una modalità per viaggiare con Uber ma sentirsi come a bordo di un comune taxi poiché arriverà la tradizionale vettura bianca il cui conducente ha stretto un accordo con Uber ed il pagamento avviene sempre per mezzo della carta di credito che prima spiegavamo. Infine c’è UberX: è la variante che fa pagare di meno rispetto alle opzioni precedentemente citate e prevede la percorrenza del tragitto prescelto con una normale vettura di proprietà di un Uber.
Nel mondo il servizio ha circa 600 mila clienti, distribuiti in circa 25 citta’ tra l’Europa e il Nord America.
Ecco cosa ne pensano i sindacalisti dei tassisti a proposito del “fenomeno” Uber: “Ha la stessa logica di una centrale radio taxi, ma utilizza mezzi di distribuzione delle chiamate più moderni. Non si rivolge a chi legalmente può espletare il servizio nel nostro paese, come già fatto da altre app? Ai tassisti lasciate volentieri vincoli e obblighi tipici del servizio pubblico, con annesso peso della domanda marginale, mentre voi, gli innovatori, puntate esclusivamente alla parte redditizia del mercato”. Ed ecco il loro avvertimento per concludere: “Allargate il servizio ai tassisti, siamo certi di essere all’altezza del vostro prodotto che potrebbe rappresentare uno stimolo ad un ulteriore crescita qualitativa del servizio ed assicuriamo che troverà realtà create dai tassisti (centrali radiotaxi e applicazioni web tutte made in Italy) pronte e preparate ad affrontare qualsiasi sfida. Ma precisiamo che qualora vogliate continuare a violare, aggirare o cercare di eludere le norme del settore, sapremo contrastarvi con tutti i mezzi che le leggi e la Costituzione ci mettono a disposizione”.