Cosa c’è sotto il casco di ogni pilota di Formula 1: scopriamo cosa indossano i piloti mentre gareggiano con le loro monoposto.
Tute, caschi, guanti. Sono tutte cose bellissime che fanno parte dell’abbigliamento dei piloti di Formula 1. Ovviamente i designer ed i marchi di abbigliamento tentano di renderle sempre più appetibili, ma sono tutte atte a migliorare di anno in anno la sicurezza del pilota. Ormai tutto è disegnato per rendere meno pericolose le loro gare, anche le barriere di protezione e le vie di fuga.
Certo, i piloti si aiutano molto conoscendo alla perfezione tutte le manovre che non gli sono consentite, ma uno scontro può capitare a tutti ed a quelle velocità perdere il controllo della vettura è normale persino per questi eroi. Per questo la FIA continua ogni anno a perfezionare materiali e piste, affinché tutto ciò che fa parte del Circus diventi sicuro. Basterà ricordare l’incidente dell’anno scorso di Zhou per capire a cosa siamo arrivati. Per fortuna.
F1, rivelazione shock: ecco cosa fanno davvero
Anche il casco che di per sé sembra l’oggetto più sicuro che si possa indossare, è cambiato nel corso degli anni. Ovviamente i materiali di anni fa non erano quelli di ora ed anche lì c’era chi ne subiva le conseguenze. Un esempio su tutti fu quello di Ayrton Senna. Quindici anni dopo, una molla impazzita dell’auto che lo precedeva colpì in pieno casco Felipe Massa ed il brasiliano oggi è in grado di raccontarlo a tutti.
Di fatto non sono solo quelli i materiali che devono gravare sulla testa del pilota. Ognuno di loro infatti è obbligato ad indossare quella specie di passamontagna bianco che tutti vediamo, prima che questi infilino il casco. Ebbene, quello è fatto di materiale ignifugo ed ogni protezione del genere deve essere approvata dalla FIA dopo i test. Sicuramente c’era qualcosa di simile anche nel 1976, anno del famoso incidente di Niki Lauda, ma non è difficile immaginare che non fosse efficace come le attrezzature di oggi.
Ovviamente di innovazioni ce ne sono state poi altre. Già negli anni Novanta vedevamo i nostri beniamini abbassarsi anche la protezione bianca dopo aver vinto un GP e tolto il casco. Ad esempio siamo arrivati alla creazione dell’halo che ha sicuramente già salvato un paio di vite come quella di Hamilton quando la Red Bull di Verstappen gli finì completamente sopra.
Tornando ai materiali ignifughi invece, abbiamo un episodio che ne spiega appieno l’importanza. Nel 2020 in Bahrain, Romain Grosjean uscì letteralmente dalle fiamme sui suoi piedi in un incidente che anni fa sarebbe stato mortale. Questo è il miracolo dell’ingegneria ed il passo in avanti che ha compiuto l’uomo ad oggi in termini di sicurezza.