Decisione improvvisa e inattesa di Ducati: in arrivo un cambiamento che avrà delle conseguenze storiche per l’azienda di Borgo Panigale.
Ormai da decenni Ducati è simbolo di eccellenza per gli appassionati di moto di tutto il mondo. L’esplosione commerciale del brand è arrivata a metà degli anni ’90, quando il settore corse ha cominciato a dominare il campionato Superbike, dimostrando che le proprie moto non sono solamente belle da vedere ed eccezionali da guidare su strada, ma sono anche un punto di riferimento del settore corse.
Trattandosi di un campionato dedicato alle derivate di serie, il successo di Ducati in Superbike ha avuto un’influenza diretta sul mercato e tra la fine degli anni ’90 e l’inizo dei 2000, tutti consideravano le sportive della Casa di Borgo Panigale come una specie di status symbol.
Il successo ottenuto ne mondiale Superbike ha spinto l’azienda a tentare un nuovo approccio nella produzione: produrre dei prototipi per il campionato MotoGP che servissero per sperimentare le nuove idee e le nuove tecnologie da applicare successivamente alle derivate di serie e alle moto stradali.
Tale approccio ha portato a risultati sportivi sempre più gratificanti. Già da tempo la Ducati è una delle case più importanti del mondiale MotoGP, ma negli ultimi 2-3 anni è diventata il punto di riferimento. Le scelte ingegneristiche di Dall’Igna hanno portato la scuderia italiana a dominare il mondiale, permettendole di portare a casa il titolo costruttori in diverse occasioni e quello piloti nella scorsa stagione.
Il 2022 è stato l’anno perfetto per Ducati, visto che ha ottenuto il permesso di schierare 8 moto in pista, ha vinto tutti i titoli (anche quello di Rookie dell’anno con Bezzecchi) e si è tornati alla vittoria del titolo costruttori e piloti anche in Superbike. Quest’anno potrebbe essere addirittura migliore, il titolo costruttori non è in discussione, così come il titolo piloti visto che gli unici tre che potrebbero vincerlo sono tutti in sella ad una Ducati.
Paradossalmente se il titolo fosse vinto da Martin e non Bagnaia sarebbe anche meglio, poiché dimostrerebbe la superiorità del mezzo sul pilota. Le cose vanno bene anche in Superbike dove Bautista è leader del mondiale e il più accreditato a vincerlo (di fatto gli basta arrivare a punti in una delle due gare di Jerez) e sono andate addirittura alla grande in SuperSport dove Bulega ha asfaltato la concorrenza.
Il momento d’oro nel settore corse ha spinto Ducati ad ampliare i propri orizzonti sia in ambito sportivo che in ambito commerciale. Da circa due anni si sta cercando di sviluppare il progetto moto da fuoristrada e il modus operandi sarà lo stesso utilizzato per le stradali: utilizzare le competizioni per lo sviluppo di modelli e componentistica da inserire poi nei modelli da vendere.
Come detto il progetto è partito due anni fa e vedrà concretizzarsi il primo step nel prossimo campionato italiano di motocross. Al fine di essere subito competitivi e di sviluppare al meglio sia le moto per la pista che quelle per il mercato, Ducati ha stretto un accordo con il nove volte campione del mondo Tony Cairoli, al quale è stato affidato il ruolo di collaudatore.
Ad annunciare il debutto della Ducati nel campionato motocross è stato Claudio Domenicali, il quale ha sottolineato come la filosofia dell’azienda sia quella di utilizzare la pista come laboratorio per la creazione di moto da vendere e si è detto fiero dell’accordo stretto con Cairoli: “Contribuirà a rendere Ducati capace di offrire agli appassionati prodotti ad altissime prestazioni anche nel fuoristrada, così come abbiamo dimostrato di saper fare sull’asfalto”.
Domenicali ha poi ricordato a tutti come questo nuovo storico passo per l’azienda non sarebbe stato possibile senza i risultati sportivi e commerciali degli ultimi anni: “Questo progetto è reso possibile dagli eccellenti risultati dell’Azienda in questi ultimi anni, e conferma il nostro desiderio di ampliare la nostra presenza verso nuovi mondi, parlare a nuovi motociclisti”.