Il Governo ha deciso di riformare il settore: ecco come cambia e le principali novità previste per i taxi
Il mondo dei taxi potrebbe subire una vera e propria rivoluzione. In Consiglio dei Ministri è infatti atteso il decreto-legge Omnibus “Asset, attività economiche e investimenti strategici” che, tra le varie cose, ha come obiettivo quello di mettere mano al settore con un intervento strutturale volto a rendere diverso il mondo dei trasporti.
Diverse le novità che potrebbero essere introdotte proprio per favorire la mobilità introducendo misure ad hoc. Ecco, quindi, quali sono le principali novità e quando potrebbero arrivare.
Il decreto legge, che però deve ancora diventare effettivamente legge, contiene importanti novità. I capoluoghi di regione, le sedi di aeroporti e le città metropolitane, ad esempio, potranno rilasciare fino al 20% di licenze in più. Per farlo, però, verrà usato lo strumento del concorso straordinario, aperto anche a nuovi operatori, con una procedura molto accelerata. Se non ci saranno modifiche ulteriori servirà solo il parere dell’Autorità dei trasporti (per verificare che i prezzi siano congrui) entro 15 giorni, secondo quanto dichiarato dal ministro Adolfo Urso nella conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio.
Questa, però, non è l’unica novità prevista: le licenze temporanee di 12 mesi potranno essere prorogate per un altro. Sarà poi introdotta la possibilità di beneficiare degli incentivi del valore doppio rispetto ai termini dell’Ecobonus per acquistare nuovi veicoli taxi e NCC, purché questi siano ecologici. Che saranno riservati ai vincitori del concorso straordinario per le nuove licenze taxi, a chi è già titolare di licenze e intende rottamare veicoli di servizio fino a Euro 5 e ai soggetti autorizzati per il servizio NCC.
Non sono però mancati momenti di tensione, specialmente riguardo uno dei nodi cruciali per le associazioni di categoria, ossia il cumulo. Vale a dire la possibilità di ottenere una seconda licenza da parte di chi già ne possiede una definitiva. Una misura che era stata studiata dal Governo per allargare la platea sul mercato, ma sempre osteggiata dai tassisti. Questo perché temono che una misura del genere possa sfavorire la categoria a vantaggio degli operatori web pronti ad entrare nel mercato. Alla fine la misura non è stata inserita nel decreto legge approvato. Una soluzione che non risolve il problema che lo sposta semplicemente più avanti e che rischia di rendere meno efficace il provvedimento pensato per far sparire le lunghe code in attesa di un taxi.