A 12 anni dalla sua reintroduzione in Italia, il superbollo sta per sparire dall’elenco delle tasse da pagare: ecco quando succederà
La proprietà fa possesso, ma significa anche tasse e bolli. Lo sanno bene gli automobilisti italiani alle prese ogni anno con il pagamento della RC Auto, con tutti gli annessi, ma anche del bollo e in alcuni casi del superbollo.
Ora però c’è una buona notizia almeno per quest’ultima categoria. Perché siamo vicini ad una decisione in qualche modo epocale, visto che la tassa di possesso sulle auto più potenti è destinata a sparire riducendo quindi la cifra da pagare.
Andiamo con ordine e vediamo quello che è stato fino ad oggi e come potrebbe cambiare il superbollo. Cancellato in realtà giù una prima volta, era stato poi reintrodotto durante il IV governo Berlusconi nel 2011 sotto forma di imposta addizionale rispetto alla classica tassa automobilistica. In particolare lo doveva pagare chi guida auto di potenza superiore a 225 kW (pari a 306 CV).
L’anno successivo, quando il governo era guidato dal professor Monti, la soglia era stata abbassata a 185 kW (pari 252 CV) e soprattutto era stata raddoppiata la base che passava da 10 a 20 euro. Oggi esiste ancora e sono obbligati al pagamento i proprietari. gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria (quindi in leasing) e gli acquirenti con patto di riservato dominio.
C’è però un modo per pagare meno ed è legato all’anzianità della vettura. In pratica passa a 12 euro/Kw dopo cinque anni dalla data di costruzione, che in genere coincide con la data di immatricolazione. Poi 6 euro/Kw dopo dieci anni dalla data di costruzione, 3 euro/Kw dopo 15 anni dalla data di costruzione e 0 dopo 20 anni dalla data di costruzione.
Occhio agli errori però: lo sconto scatta dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di costruzione e quindi per un’auto costruita nel 2005 non pagheremo nulla solo nel 2025 e non nel 2024.
Superbollo, come si calcola e quando deve essere pagato per evitare sanzioni
Come si calcola esattamente e quando si paga il superbollo? Basta utilizzare la funzione presente sul sito ufficiale dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.it) andando alla sezione “Servizi online” – pagina “servizi fiscali” e poi “Calcolo dell’addizionale erariale”. Qui c’è anche la possibilità di stampare il modello F24 già compilato con i dati inseriti dall’utente.
La sua scadenza coincide con la scadenza del pagamento del bollo, cioè entro la fine del mese successivo alla scadenza della tassa automobilistica. Facendo un esempio pratico: se ho acquistato e immatricolato l’auto il 23 aprile 2022, entro il 31 maggio del 2023 dovrò pagare bollo e nel caso anche superbollo.
Per pagare è obbligatorio usare il “Modello F24 elementi identificativi” e quindi è praticamente impossibile farlo con home banking. Il codice di tributo da utilizzare è 3364 “Addizionale erariale alla tassa automobilistica”.
In caso di dimenticanza o pagamento sotto la cifra prevista, sarà applicata una sanzione pari al 30% dell’importo non versato. Per farlo, oltre al codice 3364 bisognerà inserire il codice 3365” “Addizionale erariale alla tassa automobilistica – Sanzione” e 3366 “Addizionale erariale alla tassa automobilistica – Interessi”.
Come succede per il bollo classico però alcune categorie sono esentate dal pagamento del superbollo. Non scatta infatti per i possessori di veicoli storici, cioè vecchio più di 30 anni ma regolarmente iscritti all’apposito albo. Oppure in caso di demolizione, vendita dell’auto prima della scadenza del superbollo, furto. In Lombardia che sceglie la domiciliazione bancaria del bollo non paga il superbollo.
Addio al superbollo, è arrivata la conferma ufficiale: ormai sta per diventare solo un ricordo
Detto tutto questo, arriviamo ai giorni nostri e vediamo perché il superbollo sta per essere abolito. Il motivo principale è legato al gettito che arriva nelle casse dello Stato, decisamente inferiore ai motivi che avevano portato alla sua nascita.
La media infatti è di poco superiore ai 110 milioni di euro ogni anno e si valuta che abbia danneggiato il mercato delle auto sportive e Supercar che invece generava introiti notevoli allo Stato sotto forma di IVA sull’acquisto, IPT, IVA sulla manutenzione, bollo, accise sui carburanti.
Ecco perché nelle ultime ore Matteo Salvini, vice premier e ministro dei Trasporti, ha anticipato le prossime mosse del governo: un emendamento alla legge delega per la riforma fiscale, il cui testo approvato in Consiglio dei Ministri ed è arrivato in Parlamento lo scorso 23 marzo 2023.
Al momento è all’esame della commissione Finanze della Camera, ultimo passaggio necessario prima dell’arrivo in Aula. Quindi se i tenìmpi saranno rispettati, la cancellazione dovrebbe arrivare entro il mese di agosto 2023.
Una decisione applaudita anche dall’ACI. Come ha spiegato il presidente, Angelo Sticchi Damiani, ormai è diventata “una tassa tanto iniqua quanto inutile. La sua abolizione riconsegnerà piena libertà nella produzione e nell’acquisto dell’auto, senza artificiali limitazioni”.