I brand italiani tremano: il bouquet Stellantis è decisamente troppo ampio e poco redditizio. Al nuovo CEO toccherà sfoltire, ma gli italiani sono tra quelli che rischiano di più.
Troppi marchi sotto lo stesso tetto: una convivenza difficile e di scarsa soddisfazione econmica per tutti. Questo il problema di Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA. Con 14 brand diversi più uno in joint venture con i cinesi, il gruppo deve fare i conti con la dura realtà: non tutti possono sopravvivere.
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La transizione verso l’elettrico cè un investimanto pesantissimo. Servono investimenti enormi. John Elkann lo sa bene e, secondo Reuters, sta cercando un nuovo leader capace di prendere decisioni difficili. Qualcuno che non abbia paura di tagliare i rami secchi.
Chi vende e chi no: i rami secchi
I numeri non mentono. Peugeot e Fiat sono i due colossi del gruppo: ognuno vale il 20% delle vendite totali. Insieme fanno il 40%. Jeep segue con un buon 15%. Ram porta a casa un 10%. Opel e Vauxhall insieme arrivano al 9%. Citroen si ferma all’8%.
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Anche gli altri propongono un panorama confuso: Dodge e Chrysler insieme non superano il 3%. Peggio ancora per i marchi italiani di prestigio: Lancia, Alfa Romeo e Maserati, insieme al francese DS, non arrivano nemmeno al 2% delle vendite globali.
Numeri impietosi che fanno riflettere. L’ex CEO Tavares aveva già parlato della possibilità di ridurre i marchi. Ora questa ipotesi diventa sempre più concreta.
I brand italiani sembrano i più a rischio. Lancia sopravvive da anni con la sola Ypsilon. Un modello solo non basta, anche se in Italia vende bene. Tutto dipenderà da come andrà la nuova versione appena lanciata.
Alfa Romeo è in difficoltà da tempo. La gamma è vecchia e le berline non tirano più come una volta. Le speranze sono nella nuova Junior e nel futuro di Giulia, che diventerà un crossover.
Maserati, nonostante il nome prestigioso, fatica nel segmento premium. I tedeschi dominano questa fascia e il Tridente ha bisogno di prodotti nuovi per competere.
Una cosa è certa: Stellantis non può permettersi di tenere in vita marchi che non rendono. La concorrenza è feroce, soprattutto dai cinesi che stanno invadendo l’Europa con auto elettriche a prezzi stracciati. Sprecare soldi ed energie su brand che non vendono rischia di essere pericolosissimo.
I prossimi mesi ci diranno quale sarà il destino dei marchi italiani di Stellantis. Gli appassionati sperano nel miracolo, i manager guardano ai numeri. E i numeri, purtroppo, non lasciano molto spazio.