Stellantis, nuova ferita milionaria: il colosso sanguina, è una vera batosta

Stellantis affronta un momento difficilissimo, ma adesso rischia per davvero perdite enormi nei profitti e nella quota di mercato

Abbiamo passato un lungo periodo dagli anni ’90 in cui la crescente globalizzazione delle produzioni ha avuto un effetto piacevole: la riduzione dei prezzi. Questo almeno è quanto c’è scritto sui libri di economia, perché non tutti si sono accorti della discesa dei listini.

Molti si erano invece accorti delle conseguenze meno piacevoli: la perdita di posti di lavoro causata dalle delocalizzazioni. Impianti che chiudono in Italia, lavoro che se ne va in Romania o addirittura in Cina. Anche i marchi che oggi appartengono al gruppo Stellantis hanno ovviamente partecipato a questa corsa. E oggi rischiano di dover pagare un prezzo salatissimo.

Sistema produttivo sotto attacco

È tutta l’industria dell’automotive che si trova in una situazione critica.  La svolta viene dalle decisioni dall’amministrazione Trump che ha introdotto dazi pesantissimi sulle merci provenienti da Canada e Messico. L’imposta sarà del 25%, mentre i prodotti cinesi avranno tariffe tra 10% al 20%. Era molto tempo che nessuno introduceva tasse di questo tipo così indiscriminatamente e con questa precisa volontà politica.

Problemi stellantis
Molti i marchi che hanno puntato sul Messico – allaguida.it

Specialmente i marchi che per ridurre i costi hanno spostato le produzioni in Messico, in tutto o anche solo per alcune componenti rischiano di dover pagare un prezzo pesantissimo. È tutto un sistema globalizzato che sta cadendo, ma alcuni soffrono più di altri.  Stellantis e Volkswagen, tra le aziende più esposte, rischiano perdite rispettivamente di 3,44 miliardi e 1,77 miliardi di euro.

I mercati finanziari hanno reagito immediatamente, con le azioni di Stellantis che hanno perso oltre il 6% a Milano e quelle di Volkswagen scese del 4% a Francoforte. Anche BMW e Mercedes hanno registrato cali significativi.

La struttura produttiva delle case automobilistiche europee è stata colpita al cuore. Negli ultimi anni, molte aziende hanno investito in stabilimenti in Messico per servire il mercato nordamericano a costi più bassi. Ora questa strategia si rivela un punto debole. Stellantis è al cuore del problema, anche dal lato canadese: importa ogni anno circa 170 mila veicoli dal Canada oltre a produrre in Messico gran parte delle sue vetture destinate agli Stati Uniti. Sono numeri terribili, chei spiegano perché i nuovi dazi rappresentino una minaccia così grave.

Non sono solo i costruttori a soffrire. Anche la filiera dei fornitori è in difficoltà. Continental, uno dei principali produttori di componentistica, ha già dichiarato che valuterà attentamente le implicazioni prima di prendere decisioni strategiche. Il rischio maggiore, però, riguarda l’Europa: l’industria teme che gli Stati Uniti possano estendere queste misure anche ai prodotti provenienti dall’Unione Europea. Per Stellantis sarebbe il colpo definitivo.

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