Stellantis sta attraversando una pesante crisi come tutto il settore dell’Automotive e ora è costretta a chiudere un importante stabilimento: l’annuncio è ufficiale
L’azienda italiana più importante a livello motoristico non può fare a meno di adeguarsi ad una situazione difficile. C’è un problema di costi di produzione e di strategie alla base dell’ultima decisione di natura finanziaria.
Stellantis deve combattere con una recessione motoristica che non sta risparmiando nessuno. Dopo il calo di vendite dell’elettrico quasi tutti si sono ritrovati a dover fare i conti con numeri preoccupanti, sia in Europa che negli Stati Uniti. Servono nuove strategie sul mercato e nel frattempo bisogna chiudere ai ripari. Con una domanda in calo è ovvio ridurre anche la produzione, specie se il costo della mano d’opera è molto alto. Questo ha spinto l’azienda con sede nei Paesi Bassi ha dire basta con lo stabilimento di Luton nel Regno Unito. Questo perché secondo l’ultimo provvedimento del governo inglese, le case auto devono incentivare le quote di produzione di veicoli BEV ( elettrici) fino al 100% nel 2030.
Numeri che non tornano e che hanno portato alla scelta drastica. A Luton venivano prodotti modelli come Vauxhall (Opel) Vivaro, ma anche Peugeot Expert, Fiat Scudo e Citroen Jumpy. Secondo quanto riferito da Automotive News e dall’agenzia Reuters, la decisione di intervenire da parte di Stellantis arriva contestualmente allo sviluppo di un secondo impianto britannico a Ellesmere Port, recentemente convertito dalla produzione di Opel/Vauxhall Astra ai piccoli van elettrici del Gruppo, con un sborso di circa 60 milioni di euro.
Stellantis chiude la sede di Luton: il Regno Unito non è più strategico
Il CEO di Stellantis Carlos Tavares, al pari di altri costruttori internazionali con sedi nel Regno Unito, sono in aperto contrasto con il cosiddetto mandato ZEV (Zero Emission Vehicles), imposto dal governo inglese. Tale direttiva impone alle case costruttrici di automobili di raggiungere nel 2023 una quota del 22% di vendite di auto elettriche e del 10% per i furgoni.
Non rientrare in questi parametri porta addirittura a multe da 18mila euro per ogni vettura non conforme. Ovviamente quasi per tutti questi obiettivi sono irraggiungibili, specie se non si vuole avere una pesante remissione economica in un periodo già piuttosto complicato.
Molta della produzione verrà dirottata a Mangualde, in Portogallo, dove i costi energetici sono molto più bassi. Lì verranno assemblati modelli come Citroen e-Berlingo, Peugeot e-Partner, Opel/Vauxhall Combo-e e Fiat e-Doblo.