Stellantis, ancora un calo preoccupante: cosa sta succedendo negli stabilimenti italiani

Il gruppo guidato da Carlos Tavares sta passando un periodo buio: la produzione sta calando ovunque in Italia, in migliaia a rischio posto di lavoro

Stellantis
La produzione in Italia di Stellantis sta crollando (Instagram)

Le sensazioni dei primi mesi di questo 2024 sono state ampiamente confermate. La produzione in Italia di Stellantis crolla, praticamente ovunque. Il gruppo guidato da Carlos Tavares sta passando un periodo nero, specialmente nel Belpaese. Va detto che il caso Stellantis non è comunque isolato, essendo che tutto il settore automobilistico sta avendo una crisi a tutto tondo. Dopo la pandemia i prezzi delle auto sono lievitati in maniera vertiginosa, con aumenti su listino dal 21 al 38% negli ultimi quattro anni.

Stellantis in particolare ha dovuto fare i conti anche con una concorrenza quasi spietata di marchi “convenienti” come Dacia, MG e quelli del gruppo DR che di fatto vanno a sottrarre vendite nella fascia dei modelli di Fiat e Citroen. A questo periodo nero va aggiunto anche il caso riguardante i Suv Jeep ibridi plug-in che hanno fatto molto rumore.

Stellantis, crolla la produzione: stabilimenti in profondo rosso

Carlos Tavares
Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis (Instagram)

Queste problematiche sono acuite dai dati pervenuti a settembre. Nei primi nove mesi del 2024 il gruppo ha prodotto in Italia 387.600 veicoli (-31,7%) rispetto ai 567.525 dello stesso periodo dell’anno precedente. Il dato è emerso dal consueto report elaborato da Fim-Cisl: già nei primi sei mesi in calo era stato evidente (-25,2%), ma ora la situazione sembra peggiorare vistosamente. La proiezione dei dati degli ultimi tre mesi fa sì che non si raggiungerà la quota di 500.000 veicoli prodotti nel 2024: l’anno scorso sono stati 751mila.

Per la prima volta tutti gli stabilimenti d’Italia sono in flessione. E sono numeri da profondo rosso. A soffrire maggiormente è lo quello di Mirafiori (-68,4%). L’impianto è specializzato nella produzione della Fiat 500 elettrica ed è stato annunciato il prolungamento della chiusura proprio per la mancanza di ordini di quel modello. A soffrire molto è però anche lo stabilimento di Melfi, dove con la nuova piattaforma Stla Medium si faranno nei prossimi anni cinque nuovi modelli elettrici: nei primi nove mesi del 2024 però l’impianto ha prodotto soltanto 54.240 auto, il 61,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023.

Dati negativi anche a Pomigliano, dove si realizza la Panda. L’impianto campano nei primi nove mesi ha prodotto 141.290 vetture, in calo del 5,5%, con diminuzione di ordini sulla Alfa Tonale e sulla Dodge Hornet. Ma l’altro dato negativo è quello che riguarda Atessa, dove si producono veicoli commerciali: nei primi nove mesi del 2024 con 149.900 veicoli realizzati, dove si riscontra il 10,2% in meno. Nello stabilimento abruzzese è stata prorogata di un’altra settimana, dal 28 ottobre al 3 novembre,  la cassa integrazione, iniziata lo scorso giugno. In questo caso dopo tre anni di crescita si è riscontrata non solo una brusca frenata ma un evidente calo che sta pesando anche sull’indotto.

«Servono nuovi ammortizzatori sociali», ha detto il segretario generale di Fim-Cisl Ferdinando Uliano, «perché in molti stabilimenti di Stellantis e dell’indotto sono in esaurimento». E in questa situazione «il rischio di licenziamento potrebbe investire circa 25 mila lavoratori».

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