Due numeri, nascosti nel libretto di circolazione, possono fare la differenza tra poter guidare un’auto o dover rinunciare. Dal 14 dicembre le regole sono cambiate.
Scegliere la prima auto per un neopatentato non è mai stato semplice. E ora, con le nuove regole del Codice della Strada, la faccenda si fa ancora più delicata. Un tempo bastava un anno di pazienza e poi via, liberi di guidare qualsiasi vettura. Oggi no.
Chi prende la patente dopo il 14 dicembre 2024 dovrà fare i conti con limitazioni che durano ben tre anni. Come un lungo periodo di apprendistato, necessario per fare esperienza prima di passare a motori più potenti. Vale la pena di tenere bene d’occhio le regole, percvhé ne va anche della nostra sicurezza.
I segreti del libretto di circolazione
Il libretto dell’auto, quel documento spesso dimenticato nel cassetto del cruscotto, nasconde le risposte che cerchiamo. Come in una caccia al tesoro, bisogna sapere dove guardare. Nel riquadro 3 troviamo il primo indizio: il rapporto potenza/tara. Un numero che sembra uscito da un libro di matematica ma che in realtà è semplice da capire. È come misurare quanta forza ha il motore in relazione al peso dell’auto. Se questo numero supera i 75 kW per tonnellata, l’auto non è adatta a un neopatentato.
Ma non è finita qui. Nel riquadro 2 si nasconde il secondo numero magico, indicato con la sigla “P.2“. È la potenza del motore, che non deve superare i 105 kW, pari a 142 cavalli. È come avere un cavallo da passeggiata invece che un purosangue da corsa: più gestibile, più sicuro per chi sta imparando.
La vera sorpresa arriva quando si parla di auto elettriche. Modelli che sulla carta sembrano troppo potenti per un neopatentato in realtà potrebbero essere perfettamente utilizzabili. Il motivo? La potenza dichiarata sul libretto è quella che l’auto mantiene per 30 minuti di fila, non quella massima che può raggiungere per brevi momenti. È come la differenza tra una corsa veloce e una maratona: non conta lo scatto, ma la resistenza.
Le nuove regole cambiano completamente il gioco. Prima bastava aspettare un anno e il gioco era fatto. Ora chi prende la patente deve fare i conti con tre anni di limitazioni. Un periodo che può sembrare lungo, ma che ha un senso: dare il tempo di acquisire esperienza, sicurezza, consapevolezza al volante.
Controllare questi numeri sul libretto diventa quindi fondamentale. Non è solo burocrazia: è una questione di sicurezza, di rispetto delle regole, di crescita graduale come guidatori. È come imparare a nuotare: prima in acque basse, poi sempre più profonde. Perché alla fine, quello che conta davvero non è la potenza dell’auto, ma la capacità di guidarla con responsabilità.