Le Autorità hanno deciso di spegnere i sistemi di rilevamento della velocità su alcune tratte: ecco quali sono.
Il tutor, lo strumento utilizzare per rilevare la velocità media da un punto all’altro in autostrada e multare gli automobilisti che superano il limite, è certamente uno dei principali nemici dei guidatori ai quali piace superare i limiti di velocità imposti dal Codice della Strada.
Uno strumento utile, il tutor, per prevenire incidenti e far rispettare i limiti di velocità, ma che non è visto di buon occhio dagli automobilisti. Adesso, però, le Autorità hanno deciso di spegnere alcuni dei rilevatori presenti sulla rete autostradale.
Tutor spenti, ecco dove
La decisione di spegnere i tutor in alcune tratte autostradali è solamente temporanea e dettata principalmente dalla presenza di lavori sulla carreggiata. Questo perché, proprio a causa dei cantieri che interessano la rete autostradale italiana, sarebbe impossibilità gestire i limiti di velocità in continuo cambiamento proprio a causa dei lavori in corso.
Lo stop dei sistemi di rilevamento della velocità media riguarda in particolare la A6 Torino-Savona, la A7 Milano-Genova e la A26 Genova-Gravellona Toce. Lo spegnimento dei tutor, però, non significa lasciare agli automobilisti la possibilità di infrangere i limiti di velocità a proprio piacimento tanto che, come riportato da fonti della Polizia Stradale al Corriere della Sera, sulle suddette autostrade la Polizia Stradale sta comunque svolgendo servizi di controllo della velocità istantanea attraverso apparecchiature di rilevazione mobili.
Una volta completati i lavori, con la rimozione dei cantieri, sarà quindi possibile ripristinare i controlli della velocità media con il sistema tutor che tornerà a funzionare normalmente.
Come funziona il tutor
Introdotto nel 2004 su buona parte della rete autostradale italiana, il sistema dei tutor ha in parte rivoluzionato la circolazione. Sviluppato da Autostrade per l’Italia e omologato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il tutor ha infatti portato a una riduzione degli incidenti mortali del 51%, solo nel corso del primo anno dalla sua introduzione.
Questo si differenzia dall’autovelox, che rileva la velocità dell’auto al passaggio davanti alla telecamera, per la sua specificità: il sistema, infatti, sfrutta i portali di ingresso, dove viene rilevato il momento di attraversamento, e il tempo impiegato dalla stessa automobile per giungere al portale successivo.
Così facendo viene, pertanto, calcolata la velocità media dell’automobile in quel tratto: se rientra nei limiti previsti, i dati registrati dal sistema vengono immediatamente eliminati, in caso contrario scatta la sanzione per l’automobilista che non è rientrato nei limiti.
Negli anni si sono sviluppati anche diversi falsi miti e leggende sul funzionamento dei tutor, soprattutto su metodi piuttosto fantasiosi per eluderli. Come, ad esempio, che esistano dispositivi di rilevamento radar o in radiofrequenza che consentirebbero di intercettare i portali operativi. Oppure la leggenda secondo la quale attraversare un portale a cavallo di due corsie permette di non essere registrati dal sistema. Tutte falsità visto che è praticamente impossibile sfuggire all’occhio del tutor.