Le città italiane si preparano a un’altra giornata di caos nei trasporti pubblici. Quattro ore di stop che rischiano di mandare in tilt la vita di milioni di pendolari.
Non se ne può più. Passate le vacanze, dimenticata la gioia del Natale, l’anno nuovo porta subito con sé il ritorno degli scioperi. Per qualche settimana abbiamo potuto dimenticare i disagi, ma ecco la prima protesta del 2025. Venerdì 10 gennaio sarà una giornata complicata per chi usa i mezzi pubblici.
Venerdì, ancora una volta venerdì, le lancette dell’orologio segneranno l’inizio dello stop proprio nell’ora di punta, quando le strade si riempiono di lavoratori e studenti. Le quattro ore di sciopero potrebbero sembrare poche, eppure sono sufficienti a scombussolare la routine quotidiana di chi deve spostarsi.
Un settore in affanno, città nel caos
I problemi del trasporto pubblico sembrano non trovare soluzione. Le aziende sono a corto di autisti, e non ne trovano. I contratti non attirano più i giovani, la sicurezza sul lavoro resta un punto dolente. Gli stipendi non soddisfano, mentre il costo della vita continua a salire come una marea inarrestabile.
A Roma lo scenario appare desolante. Dalle 8:30 alle 12:30 la rete Atac rischia di fermarsi completamente. Le stazioni della metropolitana potrebbero chiudere, gli ascensori restare fermi, le scale mobili spente. Le linee periferiche gestite da diverse società di trasporto lasceranno a piedi migliaia di romani. Pure i collegamenti con l’hinterland, gestiti da Cotral, subiranno pesanti interruzioni.
Milano si prepara a una mattinata di passione. Lo stop dei mezzi pubblici, dalle 8:45 alle 12:45, colpirà nel momento peggiore. Le strade del capoluogo lombardo si riempiranno di auto private, mentre bus, tram e metropolitane resteranno fermi nei depositi come giganti addormentati.
Napoli sceglie una strada differente. L’azienda EAV ha programmato lo sciopero in fascia serale, dalle 19:32 alle 23:32. Una scelta che almeno risparmia il caos mattutino, scaricando il peso della protesta sulle ore serali, quando la città si muove per svago o per tornare a casa dopo il lavoro.
Le rivendicazioni dei lavoratori si intrecciano con le necessità dei cittadini, e lo scontro non potrebbe essere più duro. Gli amministratori locali provano a limitare i disagi garantendo le fasce protette. I sindacati portano avanti le loro battaglie. Nel mezzo, i cittadini si arrangiano e soffrono: chiamano taxi, organizzano passaggi, rispolverano vecchie biciclette.
L’esasperazione ormai è ai massimi e tracima sui social, nelle conversazioni quotidiane. Gli scioperi ciclici sono diventati parte del panorama italiano, come i monumenti storici o le code in tangenziale. Intanto, i cittadini si preparano all’ennesima giornata di disagi, sperando che almeno questa volta le quattro ore passino velocemente.