Se soffri di questi problemi la tua patente è a rischio: la decisione della Cassazione

Tutti possono conseguire la patente di guida e mettersi al volante di un’automobile: esistono dei casi, però, in cui la patente potrebbe esser sospesa: ecco quali e cosa fare.

Tutte le persone che sostengono l’esame di guida e riescono a passarlo sono considerate abili alla guida. Anche una persona disabile che soffre di malattie psichiche, infatti, può conseguire la patente B, indipendentemente dal grado di invalidità civile o eventuali handicap.In caso di disturbi mentali o utilizzo di psicofarmaci, però, questi soggetti sono sempre sottoposti a valutazione psichica al fine di fornire informazioni utili per il rinnovo della patente o per valutare l’idoneità psicofisica alla guida in caso di rinnovo.

Patente a rischio
Disturbi psichici, ecco quando si rischia alla guida ( Olya Adamovich da Pixabay – Allaguida.it)

Qualora queste persone fossero affetti da disturbi mentali o costrette all’assunzione di psicofarmaci, la valutazione da parte di uno psichiatra è spesso necessaria. Questo perché questi professionisti sono in grado di valutare l’adeguatezza psicofisica di una persona al la guida, tenendo conto dei sintomi del disturbo mentale e degli effetti degli psicofarmaci sulla funzione cognitiva, oltre che sulla capacità di reazione al volante. La valutazione psichica per il rinnovo della patente o per il controllo dell’idoneità psicofisica alla guida, quindi, è fondamentale per garantire la sicurezza stradale.

Quali disturbi rischiano di compromettere il possesso della patente

Tutti gli automobilisti in possesso di una patente di guida di tipo B – quella più comune – che sono affetti da una malattia del sistema nervoso devono quindi sottoporsi alla visita da parte della Commissione medica locale competente. In questi casi viene sempre richiesto di presentare un certificato medico recente accompagnata da una relazione redatta da un neurologo entro tre mesi dalla presentazione della domanda. Una volta fatto questo, poi, sarà necessario sottoporsi a una visita medica per valutare le capacità di guida avviando così il processo di valutazione per poter procedere poi al rinnovo della patente di guida.

Patente, quali malattie possono farla revocare
Patente, i disturbi che possono metterla in pericolo (Benjamin Thomas da Pixabay – Allaguida.it)

La mancata comunicazione della malattia psichica durante il processo di rinnovo o dopo la diagnosi può comportare non solo il rischio che la compagnia assicurativa si rifiuti di adempiere alle proprie obbligazioni in caso di risarcimento danni derivanti dalla guida di una persona affetta da patologie, ma anche un’azione legale da parte dell’assicuratore stesso. Ma quali sono le patologie anche psichiche che rappresentano un pericolo: a stabilirlo è l’articolo 320 allegato II titolo IV del Regolamento di esecuzione del Codice della strada. Tra queste ci sono

  • malattie cardiovascolari
  • malattie endocrine
  • diabete
  • malattie del sistema nervoso
  • malattie psichiche
  • uso di sostanze psicoattive
  • malattie del sangue
  • malattie dell’apparato urogenitale

Cosa dice la legge

Una ulteriore precisazione, poi, si ritrova nel testo dell’articolo stesso che sottolinea come “la patente di guida non deve essere rilasciata né confermata a candidati o conducenti che siano affetti da turbe psichiche in atto dovute a malattie, traumatismi, postumi di interventi chirurgici sul sistema nervoso centrale o periferico o colpiti da ritardo mentale grave o che soffrono di psicosi o di turbe della personalità, quando tali condizioni non siano compatibili con la sicurezza della guida, salvo i casi che la commissione medica locale potrà valutare in modo diverso avvalendosi, se del caso, della consulenza specialistica presso strutture pubbliche”. E’ compito delle Commissioni mediche locali, inoltre, la valutazione dei requisiti psichici e, di conseguenza, la possibilità che queste persone possano o meno mettersi alla guida di un mezzo.

A cercare di rendere più semplici le cose, infine, ci ha provato la Corte di Cassazione emanando una sentenza di rilievo in merito alla responsabilità di un conducente in possesso della patente B affetto da crisi epilettiche riconducibili all’ambito psichico che hanno portato alla morte di un pedone. Secondo la Suprema Corte, è vietato per gli affetti da patologie in grado di causare improvvisa perdita di coscienza, mettersi alla guida di un veicolo, anche se la Commissione medica ha rilasciato la patente. Quindi è il paziente-automobilista, in questi casi specifici, a cercare di capire la propria condizione medica, caratterizzata da attacchi epilettici e conseguente perdita di coscienza, giudicando da solo se è idoneo o meno a mettersi alla guida di una vettura senza arrecare danno agli altri utenti della strada, siano essi pedoni o altri automobilisti. La Cassazione, infatti, ha chiarito che la diagnosi di epilessia non giustifica né esime il conducente dalle conseguenze di un eventuale incidente rendendolo quindi totalmente responsabile in caso di sinistro.

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