Compratori e automobilisti, fate molta attenzione. Se l’airbag non funziona è possibile che ci sia un grosso problema da dover risolvere. Ecco cosa sta succedendo, diversi i veicoli richiamati dalle case madri.
La sicurezza prima di tutto. In particolare quando si è a bordo delle nostre auto. Il settore delle quattro ruote ha compiuto passi da gigante nella prevenzione e nella resistenza agli incidenti. Il tutto per garantire la massima incolumità al conducente e ai suoi passeggeri. Test di controllo più severi e le ultime tecnologie, infatti, hanno contribuito ad innalzare in maniera drastica la sicurezza dei veicoli moderni, garantendo un’ottima protezione anche dinanzi ai sinistri più spaventosi.
Tuttavia, la sicurezza da sola non basta. Per questo occorre anche molta prudenza e cognizione di causa. La stessa che sta interessando gli Stati Uniti, dove è in corso un vero e proprio braccio di ferro tra le autorità competenti, le case produttrici di auto e chi realizza i dispositivi airbag per queste ultime. Un braccio di ferro sollevato dalla richiesta dall’ente Nathsa, la principale agenzia governativa statunitense che cura la sicurezza nei trasporti.
Nel mirino, c’è l’ARC Automotive: si tratta del principale fornitore dell’industria automobilistica di dispositivi di sicurezza e protezione dagli incidenti. Gli airbag forniti da ARC Automotive abbracciano una moltitudine di brand, rivenditori e case produttrici. E un potenziale difetto di fabbrica per oltre 67 milioni di esemplari ha allertato in maniera severa l’Nhtsa, che ha subito aperto un fascicolo e chiesto provvedimenti da parte dell’azienda competente.
Difetto di fabbrica per 67 milioni di dispositivi airbag: è massima allerta negli Stati Uniti
Come raccolto dai media specializzati, questo tira e molla potrebbe portare a conseguenze spiacevoli. L’Nhtsa ha registrato un difetto di fabbrica potenziale ai gonfiatori di oltre 67 milioni di dispositivi airbag. Un numero di esemplari venduti e forniti alle varie case produttrici negli ultimi diciotto anni. E ne avrebbe richiesto l’immediato richiamo da parte di ARC Automotive e di Delphi, partner di quest’ultima e che realizza una parte dei dispositivi su licenza. Il motivo dell’allerta sollevata dall’agenzia federale è chiaro: la presenza di un rischio ritenuto irragionevole di morte o di lesioni in seguito all’esplosione dell’airbag.
Non certo la miglior pubblicità per ARC Automotive, che ha subito rimandato al mittente la richiesta inoltratagli dall’Nhtsa con un semplice rifiuto. Un rifiuto poi giustificato dal fatto di non aver riscontrato alcun difetto di fabbrica sui propri dispositivi airbag. O quantomeno, di non aver riscontrato nulla di così preoccupante da giustificare un richiamo alla casa madre per oltre 67 milioni di esemplari. Un braccio di ferro che, nel mentre, sta iniziando a costare caro alla salute di alcuni automobilisti e alle tasche dei brand collaboratori con l’azienda del Tennessee.
Dispositivi airbag difettosi negli Stati Uniti: General Motors richiama i primi esemplari, ferito gravemente un automobilista
Purtroppo per quest’ultima, però, i fatti di cronaca confermano i timori sollevati dall’agenzia federale. Tra le case produttrici che si avvalgono dei dispositivi airbag di ARC Automotive, c’è la General Motors. La quale è dovuta correre ai ripari e al richiamo di oltre un milione di veicoli, dopo l’episodio dello scorso marzo. In quel caso, la rottura del gonfiatore ed il difetto al dispositivo hanno causato gravi lesioni facciali ad un automobilista. Per questo, l’Nhtsa ha subito voluto vederci chiaro, visto che le conseguenze di una problematica simile potrebbero essere ben più grave di un incedente stesso.
Secondo l’agenzia federale, c’è il serio rischio che il dispositivo airbag possa proiettare frammenti di metallo verso il volto del conducente e verso il volto di tutti gli altri occupanti del veicolo. Un malfunzionamento troppo pericoloso per essere ignorato, già solo in chiave ipotetica. Per questo l’allarme dell’organo competente è stato tale da sollevare un polverone e a costringere la stessa ARC Automotive a fornire, quantomeno, delle prime ed importanti giustificazioni.
Giustificazioni che sono prontamente arrivate e che hanno ancora una volta rigettato le accuse dell’Nhtsa. Secondo l’azienda del Tennesse, non ci sarebbero i presupposti e i numeri di accertare la presenza di un vero e proprio difetto di fabbrica per i 67 milioni di dispositivi airbag in questione. E che l’episodio singolo non può risultare come prova schiacciante di un malfunzionamento sistemico e in grado di provocare lesioni così gravi e pericolose per l’incolumità degli occupanti del veicolo.
Non solo General Motors: sono dodici le case coinvolte con ARC Automotive, c’è anche il gruppo Stellantis
In attesa dei primi chiarimenti ufficiali, quello che circola non fa certo piacere alle dodici case coinvolte con ARC Automotive. Kia, BMW, Hyundai e tutti i brand appartenenti al gruppo Stellantis (e quindi anche le vetture marchiate FCA, ndr) sono solo alcuni dei player del settore che fanno capo all’azienda del Tennessee per i dispositivi airbag. Non una bella notizia per i guidatori, che nel corso di questi diciotto anni si sarebbero potuti imbattere in uno di questi mezzi con difetto di fabbrica. E per fortuna, senza averlo mai dovuto scoprire in seguito ad un incidente.
Nonostante tutto, ARC Automotive si dice pronto a collaborare con l’Nhtsa e con tutti i costruttori coinvolti per valutare, scovare e rimediare ad eventuali casi di malfunzionamento. Ad oggi, però, sarebbero soltanto sette i casi certificati di rottura del dispositivo airbag. Un numero sul quale l’azienda statunitense continua a perpetrare la propria difesa, ma sul quale l’agenzia federale vuole vederci chiaro.
Intanto, gli automobilisti incrociano le dita: ne va di mezzo la sicurezza di chi guida e di chi li accompagna. E con questa non è consentito scherzare o essere troppo leggeri. Ogni anno, sono centinaia di migliaia gli airbag che riescono ad evitare conseguenze ben più gravi in seguito ad un incidente stradale. Per questo, il timore mostrato dall’Nhtsa è condivisibile e non tacciabile di eccessivo zelo. In particolare, visto il potenziale difetto di fabbrica. Un difetto che rischia di causare più danni di quelli evitati e che metterebbe in serio pericolo l’incolumità del guidatore e dei suoi passeggeri.