Posti mai sentiti. Ecco la risposta che lascia stupefatti in merito a dove vengono prodotte le auto di Stellantis.
E’ uno dei grandi colossi del mercato dell’auto e anche uno dei più chiacchierati specialmente in Italia. Una volta si chiamava semplicemente FIAT, ovvero Fabbrica Italiana Automobili Torino, poi, nell’epoca della presidenza di Sergio Marchionne è diventata FCA grazie all’unione con l’americana Chrysler, quindi, alla morte del manager italo-canadese, non appena sostituito da John Elkann, si è trasformata in Stellantis per merito della confermata liaison con il produttore americano, più l’ingresso di PSA.
Dal 2018 ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e sebbene il Gruppo resti uno dei più forti al mondo anche per la caratura dei costruttori contemplati, le sofferenze non stanno mancando complice la transizione verso una mobilità elettrica e a zero emissioni che fatica a convincere. Diverse fabbriche sono traballanti e sempre più spesso le vetture vengono realizzate in posti davvero poco conosciuti. Quali siano adesso lo scopriremo.
Stellantis sempre meno italiana. Le sue auto sono fatte ovunque
Quando si parla di Stellantis il pensiero va subito alla FIAT, al Lingotto e agli stabilimenti di Mirafiori, ma di quella storia rimane ormai poco. La Casa torinese, che più di tutti gli altri marchi rappresenta il Gruppo, ha preferito cedere ad altri l’onere e onore di dare vita alle sue vetture. La nuova Panda elettrica, ad esempio, vedrà la luce a Kragujevac, in Serbia, anche se i vertici si sono affrettati a garantire che non ci sarà alcuna fuga verso i luoghi in cui la manodopera è a basso costo.
La Topolino, invece, appena tornata sul mercato nella declinazione microcar, e ovviamente a batteria, è stata plasmata a Kenitra, in Marocco, in una delle fabbriche di proprietà del Gruppo Peugeot – Citroen; sempre fuori dai nostri confini è nata la FIAT 600 sia nella versione ibrida, sia elettrica, prodotta a Tychy in Polonia. Nello stesso luogo sono state create anche le 500 con motore endotermico che, fino al pre-Covid venivano rilasciate in gran numero dalla base di Toluca, in Messico.
Con carta d’identità straniera è altresì la Tipo, precisamente made in Turkey, visto che viene assemblata a Bursa, città di oltre tre milioni di abitanti. E cosa dire del furgone Doblò che, nelle varianti classica e a spina vede la luce a Vigo in Spagna e a Mangualde in Portogallo. Infine citiamo l’e-Ulysse targato Francia, nello specifico Hordain.