I Saloni dell’auto non sono solo occasioni per riunire, sotto lo stesso “tendone”, vetture diverse, marchi noti e meno noti, o per presentare, stampa specializzata in testa, il lavoro fatto fino a quel momento da fervide aziende del settore.
I Saloni dell’Auto tutti e, quello di Ginevra, in particolare, sono un’occasione unica per mostrare al mondo intero, quanto l’una Casa sia più tecnologicamente avanzata dell’altra, quanto un progettista, un designer, possa essere più all’avanguardia della concorrenza e così via.
Ma a dirla così, si farebbe torto a chi, a queste vetrine, dedica la propria vita, il proprio diuturno lavoro nella ricerca dell’immagine unica, della riuscita, della propria filosofia trasferita ad una kermesse che non dura pochi giorni, ma che, invece, continua tutto l’anno, ancor prima che i battenti si aprano e molto dopo che si son chiusi. Perché i Saloni e Ginevra, soprattutto, tratteggiano i colori sfavillanti fra le lucentissime carrozzerie irradiate ad arte dai fasci luminosi, rappresentano le belle ragazze che fanno da contrasto col proprio corpo statuario, trasferendo quell’immagine plastica a vetture che, altrimenti, vivrebbero di quella fredda staticità metallica, priva di quell’anima che da la vita stessa a queste importanti vetrine.
Perché, Ginevra è anche musica, ora soave, ora sfrenata, che ben si attaglia al modello rappresentato, come due elementi della stessa origine dai quali sembran nati. Perché, il Salone di Ginevra, coi suoi 77.000 metri quadrati al chiuso, è punto d’incontro di tante risorse, miste agli sforzi congiunti di chi crede che il mito dell’automobile non si esaurisce con l’acquisto e l’utilizzo di un’auto, ma continua nella passione di possedere un bene che, ancor prima di essere prodotto, ha posseduto un cuore pulsante che solo una grande kermesse è riuscito a far battere forte, per dargli la spinta indispensabile a vivere per sempre.
Le poche immagini qui rappresentate, poco palesano l’atmosfera, unica e impagabile, che un Salone dell’Auto, come quello ginevrino, è capace di trasferire a chi ha deciso di cercare, fra le tante vetture, quella con la quale istaurare quel rapporto indissolubile che, da che auto è auto, e uomo è uomo, ha unito la passione di questi ad un prodotto tecnologico a cui ha finito per traferire l’anima.