Il mondo dell’automobile si appresta ad affrontare un vero e proprio cambiamento con questi pneumatici. Non si bucano mai.
Il mondo dell’automobilismo continua a lavorare in maniera estremamente intensa per il futuro delle quattro ruote. Lo fa attraverso continue innovazioni, che possono portare automobilisti, papabili compratori, addetti ai lavori e aziende varie verso una nuova alba motoristica. Pensiamo alla transizione elettrica del 2035, e non solo.
Perché anche gli pneumatici, in vista dei prossimi anni, saranno chiamati a fare la propria parte per rendere il settore dell’automotive più competitivo, sicuro e sostenibile rispetto al passato.
Più facile a dirsi che a farsi, ma finalmente qualcosa si sta muovendo egregiamente in questa direzione. Pensiamo ad alcune gomme che sembrano proprio incapaci di bucare. Scopriamo allora qualcosa in più a riguardo, vista e considerata l’importanza di tale novità, ammesso e non concesso che effettivamente funzioni.
La storia degli pneumatici per automobile è lunga e consacrata ormai da tempo, a seguito di costanti sviluppi e brillanti progetti portati a termine. Tutto ebbe inizio ancor prima del 1900; precisamente nel 1894 infatti Edouard Michelin riuscì a produrre il primo pneumatico per auto, una gomma tubolare per la precisione.
Nel 1904, Continental creò il primo pneumatico al mondo dotato di battistrada per automobili. Gli sviluppi continuarono. L’automobile diveniva una realtà sempre più diffusa, il settore delle quattro ruote cresceva e con lui anche quello delle gomme. Nel 1914 venne avviata la produzione industriale dell’odierna corda per pneumatici come filo di ordito. La gomma sintetica è stata poi usata per la prima volta nel 1916. All’epoca tutti i pneumatici disponbibili per le automobili erano diagonali.
La prima gomma radiale arrivò nel dopoguerra, precisamente nel 1948. Qualche anno prima, nel 1934, venne lanciata la prima gomma invernale. L’invenzione è da attribuire a Nokian Tyres. Venne sviluppata e prodotta in Finlandia e fin da subito forniva una forte trazione sulla neve.
La Porsche 911 è stata la prima vettura di serie ad essere consegnata con crchi in lega leggera. I cerchioni sono stati prodotti dalla Otto Fuchs KG. Nel 1968 viene offerta la Daimler-Benz con il nuovo tipo di gomma dotata di disco in lega leggera. Una storia lunga e straordinaria, quello degli pneumatici per automobili. E che, chiaramente, non è ancora finita.
Ma quali sono le migliori aziende di pneumatici? Sicuramente Michelin è leader del mercato, essendo in testa alla ‘Classifica dei Brand di Pneumatici 2022’. L’azienda francese è stata eletta come numero uno grazie al valore di 7,7 miliardi di dollari e ad una crescita del 13% rispetto al 2021.
La top 15 in questione proviene da una stima della società di consulenza Brand Finance, con quest’ultima che valuta i marchi di tutto il mondo. Come detto, già nel 2021 Michelin risultava essere il primo produttore di pneumatici al mondo. Precedentemente però la valutazione era stata fatta sul fatturato, questa volta invece deriva da una valutazione più ampia e che non ha nulla a che vedere con le vendite.
La valutazione, secondo PneusNews, si basa sullo standard ISO 10668 e tiene conto dell’attuale e futura protata del valore di una società sul mercato internazionale. Dalla prima alla ottava posizione, oltre a Michelin, troviamo marchi di straordinario valore ed estremamente noti. Entrano nelle prime dieci posizioni Toyo Tires e Giti. Perde una posizione Linglong Tires, che equipaggia la Dacia Spring nel test dell’alce e altre new entry. La classifica è la seguente:
E se parliamo di risultati finanziari? Otteniamo un’interessantissima top 10, con Michelin ancora in testa. I primi dieci posti sono occupati da:
A Michelin l’arduo compito di rivoluzionare il mondo delle gomme. Ci riferiamo al progetto dei pneumatici Uptis, che si caratterizzano per la mancanza della camera d’aria, sostituita da una struttura a raggi che va da un capo all’altro della gomma. Si tratta di un qualcosa di veramente straordinario, anche se ad oggi rappresenta ancora solamente un prototipo. Tuttavia, le implementazioni di questa nuova tecnologia lasciano davvero a bocca aperta. Con queste gomme infatti, quantomeno idealmente, sarà possibile dire addio a ruote sgonfie o bucate.
Lo pneumatico abbina infatti al battistrada tradizionale un’innovativa strutta interna, composta da lamelle in gomma rinforzata e flessibile con disposizione a raggiera. I raggi in gomma sono intrecciati e collegati tra loro, in modo da scaricare il peso dell’automobile a terra e assorbire le asperità del terreno durante la marcia; il tutto grazie alla flessibilità che le fa deformare. Per quanto bisogna vedere come effettivamente funzionerà tale soluzione, i vantaggi di tale progetti sono evidenti. Gli pneumatici Michelin Uptis sono immuni a tutti i tipi di foratura, richiedono una manutenzione minima, non scoppiano neanche in caso di sollecitazioni estreme e duranto molto di più di un classico pneumatico.
Un dato importantissimo in ottica ssostenibilità, non c’è dubbio. Anche perché, allo stato attuale, ogni anno 200 milioni di pneumatici vengono scartati prematuramente per danni, forature e quant’altro. Riguardo a tali gomme, comunque, non è tutto. Gli pneumatici Uptis sono tornati infatti in voga grazie al successo di un esperimento legato alla velocità e svolto in ottica di un utilizzo di queste gome da parte delle forze di polizia. L’ultimo prodotto Michelin è stato in grado di affrontare con successo un test di utilizzo alla velocità di 210 chilometri orari.
Ciò ha sorpreso tutti, ma proprio tutti, anche i più critici. Le forze dell’ordine europee hanno così espresso un serio interessamento per l’ultima trovata del marchio francese. Il perché è facilmente intuibile. Gli pneumatici Uptis non scoppiano nemmeno se qualcuno dovesse colpirli con un’arma da fuoco, il che si è verificato più volte durante gli inseguimenti che spesso si verificano in ogni dove. Questi risultati rendono il test in questione estremamente interessante, e avvicinano nettamente il giorno dell’arrivo sul mercato degli Uptis. I dirigenti dell’azienda francese non hanno ancora confermato ufficialmente l’approdo commerciale di tali gomme, anche se forse già il 2024 potrebbe essere l’anno giusto per il lancio.