Mattia Binotto è fuori dalla Formula 1 da ormai un anno, ed ora si parla di un suo ritorno. Ecco i dettagli sulla vicenda.
Il 2022 è stato un anno fatale per Mattia Binotto, che ha pagato con il proprio posto da team principal un campionato che non è stato di certo soddisfacente. Infatti, nei suoi quattro anni in Ferrari, l’ingegnere di Losanna non si è mai avvicinato al titolo mondiale, e dopo le difficoltà legate alla power unit castrata del biennio 2020-2021, aveva puntato tutto sul nuovo ciclo regolamentare.
Le prime gare erano state molto positive, con Charles Leclerc che aveva dominato in Bahrain ed in Australia, volando a +46 sul rivale più temuto, vale a dire Max Verstappen con la sua Red Bull. Tuttavia, a partire dalla tappa di Imola, il team di Milton Keynes ha chiuso il gap con la Ferrari, la quale ha iniziato ad andare in crisi a causa di problemi di affidabilità e di tattiche sbagliate.
Il colpo di grazie c’è stato a partire dal Gran Premio del Belgio, quando la direttiva tecnica TD39 ha distrutto il progetto della F1-75, che si è ritrovata lontana anni luce dalla Red Bull. In quel caso, Binotto avrebbe dovuto sbattere i pugni ed impedire che la novità fosse approvata, ma in realtà ciò non è accaduto, e la stagione si è conclusa con sole 4 vittorie ed un mondiale finito con mesi di anticipo.
Binotto, la Haas ha deciso di non prenderlo
L’avventura di Mattia Binotto in Ferrari si è conclusa da oltre un anno, e ciò significa che il periodo di gardening è terminato, rendendo l’ex team principal del Cavallino nuovamente arruolabile in un’altra squadra. La Haas sembrava poter essere una buona occasione dopo il licenziamento di Gunther Steiner, ma l’affare non si è concretizzato.
Infatti, Gene Haas ha preferito la soluzione interna, snobbando sia l’ingegnere di Losanna che Otmar Szafnauer, l’ex Racing Point ed Alpine, defenestrato durante il 2023 dal team di Enstone. Dunque, la Haas ha deciso di puntare su Ayao Komatsu senza voler “riciclare” due ingegneri esperti come Binotto e Szafnauer, che hanno già svolto la professione di team principal, ma oggettivamente con risultati sin troppo deludenti.
Haas ha così spiegato la sua decisione di untare su Komatsu: “Sono alla guida della Haas Automation da più di 40 anni. So che portare persone da fuori richiede molto tempo per farle imparare ed entrare nei meccanismi dell’azienda. Servono tempistiche che vanno dai sei mesi ad un anno, ma poi accade spesso che certe persone non ti piacciano nemmeno. Credo sia meglio prendere gente che si conosca, anche se non si tratta di persone perfette, perché si può sapere cosa faranno“.
Il grande boss ha poi concluso: “Per noi qui alla Haas questa soluzione ha funzionato molto bene, ed io sto applicando molti degli elementi che utilizzo qui nel team di Formula 1. Mi piace molto avere attorno delle persone che conosco, che possano capire tutte le operazioni che facciamo ogni giorno. Ora toccherà a Komatsu dimostrare che è stato la scelta corretta“.