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Renault 19 Cabriolet: francese di nascita ma… “tedesca” di sostanza! [FOTO]

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Siamo nel mese di luglio del 1991 quando per il marchio francese Renault è tempo di rinnovarsi nella gamma in voga in quel momento e proporre al pubblico anche una variante “scoperta” della berlina in listino a quei tempi. Parliamo della Renault 19 che venne per l’occasione denominata 19 Cabriolet.
Si trattava, come capita ad oggi, di un modello che rispetto alla berlina ne riprende tutti i canoni stilistici e tenici con la sola differenza della capote che per questa variante era stata pensata in tela e a doppio strato. Non poteva essere poi che un momento dei migliori quello di lanciare questo modello poiché era stato scelto un mese che invoca i famosi viaggi in “plein-air” e la disponibilità della 19 Cabriolet per i clienti era solamente rintracciabile in versioni con motorizzazioni alimentate a benzina che a breve scopriremo nei dettagli.

In realtà la versione con capote in tela della 19 non è stata concepita solo ed esclusivamente dai tecnici Renault ma è stata data man forte al progetto anche dal preparatore speciale Karmann, conosciuto molto ancora oggi e sin dalla nascita considerato uno specialista in questo tipo di trasformazioni.

Passarono addirittura 23 anni prima di ritornare a vedere nelle concessionarie Renault una variante cabrio poiché la precedente era la Renault Caravelle, con la quale aveva riscosso un successo di vendite non indifferente per l’epoca. La 19 Cabriolet aveva molto a carico e con questo intendiamo in special modo la concorrenza con la quale doveva competere nonché ad esempio con modelli come la Volkswagen Golf Cabrio o ancora un’altra francese come la Peugeot 205 Cabrio, insomma vetture del segmento di mercato medio basso per quanto riguarda le cabrio.

L’omologazione era per quattro persone e le dimensioni erano cambiate di poco rispetto alla tre volumi e quindi si parla di una lunghezza di 425 centimetri, per una larghezza di 169 ed un’altezza di 141 centimetri con un passo di 254. Il peso complessivo, data ovviamente la capote ed i rinforzi che comporta, era passato a 1.050 chili rispetto ai 900 delle versioni “chiuse”. E’ da qui che possiamo dare una spiegazione del titolo di questo articolo: “francese di nascita ma… “tedesca” di sostanza” proprio perché era costruita con tanta cura nei dettagli e con lamiere che mai erano state introdotte nella catena di montaggio degli altri modelli Renault: queste erano più resistenti e spesse.
Da considerare poi, come si evince anche dalle foto della galleria fotografica proposta, che Renault aveva fatto un passo in avanti anche circa lo stile per una cabrio di questo genere che infatti vedeva il portellone del vano per la capote caratterizzato da due “gobbe”, forse per marcarne l’aerodinamica della vettura.

Due erano le cilindrate previste sotto il cofano della Renault 19 Cabriolet ossia un 1.7 ad iniezione elettronica da 93 cavalli di potenza capace di raggiungere i 178 chilometri orari e scattare da 0 a 100 in 12.9 secondi ed equipaggiato nella vettura dal 1991 al 1992. Gli altri erano dei 1.8 di cilindrata invece di tre diverse potenze ossia da 93, 110 e 140 cavalli che rispettivamente raggiungevano velocità massime di 178, 191 e 208 chilometri orari e scatti da 0 a 100 effettuati in 12.9, 10.9 e 9.3 secondi e vennero messi in listino dal 1992 fino al 1997.

La 19 Cabriolet è stata venne rimpiazzata dalla Mégane Cabriolet e vi proponiamo nella galleria fotografica sottostante il modello attuale che chiaramente non ha nulla a che vedere con l’auto d’epoca dell’articolo.

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Simone Babetto

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Simone Babetto