L’assicurazione auto, obbligatoria per legge per circolare su strada, torna a salire: ecco l’aumento registrato e a quanto corrisponde la spesa per gli automobilisti italiani.
Quella legata all’assicurazione del proprio veicolo è una spesa che ogni automobilista è costretto a sostenere; senza, infatti, sarebbe impossibile circolare su strada perché è legge stessa a prevedere che ogni mezzo debba averne una. Una spesa, però, che pesa in maniera importante sulle tasche degli automobilisti italiani, stretti nella morsa tra aumenti del costo della vita e quello dei carburanti, e costretti ora anche a sostenere una spesa ulteriore per l’assicurazione della propria auto.
La RC Auto, infatti, è tornata ad aumentare. Un nuovo aggravio per le famiglie italiane, tanto che nel primo trimestre di quest’anno, secondo quanto rilevato dall’IVASS, il prezzo medio pagato per l‘assicurazione auto è stato di 368 euro, con un aumento del 4% su base annua.
RC Auto in aumento, i motivi
Le tariffe della Rc auto, ossia l’assicurazione base prevista per i veicoli che circolano su strada, sono tornate a crescere in modo consistente, ma complici inflazione e rialzo dei tassi, anche le compagnie di assicurazione hanno guadagnato meno.
Una situazione che scontenta tutti; da un lato, infatti, gli automobilisti vedono aumentare le proprie spese mentre dall’altra come sottolineato dall’Ivass, l’authority di vigilanza sul settore, le imprese sono alle prese con rischi “adeguatamente presidiati” ma al tempo stesso devono “mantenere alta l’attenzione”. Ciò che ha maggiormente allarmato i consumatori è l’andamento dell’Rc auto, con il prezzo medio pagato per le polizze salito del 4% a 368 euro nel primo trimestre di quest’anno; si tratta del secondo aumento trimestrale consecutivo che va così ad interrompere il trend di costante discesa del premio dal 2014.
L’Ivass ricorda a tale proposito l’utilità di Preventivass, lo strumento pubblico di comparazione dei prezzi per il contratto base dell’assicurazione per l’Rc auto consultabile online. Confrontando i prezzi esposti su PreventIVASS con quelli effettivamente applicati ai contratti assicurativi sulla stessa targa, emerge però che in molti casi il premio pagato dall’assicurato è inferiore al preventivo proposto; questo perché non vengono inseriti gli sconti commerciali praticati dalla compagnia o dai propri intermediari. Solo otto imprese, che peraltro rappresentano una quota di mercato limitata del 40%, offrono su PreventIVASS prezzi al netto degli sconti, un comportamento che non fa il bene né dell’azienda né dell’automobilista.
Per quello che riguarda in generale lo stato di salute delle compagnie, l’Istituto di vigilanza ha osservato come la crescita dei tassi e quella dei prezzi hanno avuto impatti di rilevo, con la riduzione del valore di mercato delle attività e passività finanziarie e l’aumento dei costi dei sinistri. Lo scorso anno sono scesi di 5 punti sia la solvibilità media del sistema, al 246% (ma in linea con quella Ue), sia il Roe, al 3,2%. La gestione vita è passata da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4 mentre i rami danni hanno avuto un utile invariato (2,7 miliardi). In lieve perdita invece l’Rc auto, per la prima volta dal 2011.