Italiani sconvolti dai recenti cambiamenti che RC Auto ha messo in campo. Nulla sembra essere più come prima.
La recessione in vista, la crisi dell’industria italiana e l’inflazione salita all’1,70% a febbraio sono solo alcuni degli spettri che dobbiamo trovarci ad affrontare in un futuro sempre più prossimo. Anche RC Auto ha deciso di cambiare il suo modo di approcciarsi agli utenti e lo sta facendo, ormai, da diverso tempo. Nulla sarà più come prima, basti controllare i dati relativi agli anni precedenti al 2021, quando si è avviato un processo sinora irreversibile.

Quello è stato un anno da cui RC Auto non è tornata più indietro e sarà difficile prevedere quando lo farà. Era l’anno in cui l’economia italiana tentava di riprendersi dal bruttissimo lockdown del 2020 dovuto dalla pandemia da Covid-19, ma di lì in poi si è avviato un processo che ormai sembra essere irreversibile in termini di costi per gli italiani.
I prezzi di ogni bene e servizio sembrano aumentare in ogni dove e di mezzo non poteva che finirci anche RC Auto. Infatti, proprio dal 2021 sono partiti dei rincari sulle polizze che ancora oggi non sono stati arrestati e, anzi, proseguono senza sosta. Dal 2021 al 2024, di fatto, le polizze sono aumentate del 12,% e per i giovani la questione si sta facendo ancor più insostenibile, visto che per loro le punte hanno toccato perfino il 23,4%.
RC Auto, ecco cosa sta succedendo
La situazione si sta facendo giorno dopo giorno sempre più insostenibile e a dirlo sono i dati riguardanti l’inflazione. Per i giovani è necessario avere un mezzo di trasporto per raggiungere il posto di lavoro, ma i prezzi delle assicurazioni, degli affitti e delle bollette, per loro si fanno sempre più pressanti, visti anche gli stipendi che in Italia, oramai, sono da tempo inferiori alla media europea.

A luglio 2024, quindi, il premio medio delle polizze RC Auto, visto il 12,6% di aumento, è arrivato a toccare le 416 euro. L’analisi si è basata su un campione rappresentativo di ben tre milioni di polizze assicurative e ha evidenziato differenze territoriali e di classe di rischio impressionanti. Gli aumenti più eclatanti riguardano le zone in cui il tasso di sinistri è più alto e in cui vivono gli automobilisti meno virtuosi.
Il rincaro, per chi si trova nella classe 1, è stato attestato al 13%, mentre per tutti gli altri in classi superiori è stato del 17,8%. I numeri statistici riguardanti gli anni antecedenti al 2021, quelli che vanno dal 2014 al 2020, avevano registrato diminuzioni pari al 29,7%. Dal 2022, però, l’inversione di tendenza non si è più arrestata e secondo l’Ivass uno dei fattori che più ha determinato questa situazione riguarda proprio l’alta inflazione, la quale a febbraio 2023 ha raggiunto un massimo storico del 6,29%.