Non c’è solo l’aumento del prezzo a turbare gli automobilisti: cosa succede se non siamo rimasti soddisfatti del rimborso per la RC Auto?
Nel primo trimestre 2023 il prezzo medio pagato per l’assicurazione Rc auto è pari a 368 euro, con un aumento del 4% su base annua, come certifica l’Ivass. In più come al solito ci sono grandi differenze tra regioni e regioni, tra Nord e Sud Italia.
Ad essere messi peggio in assoluto sono gli assicurati che nel 2022, dopo un incidente con colpa dichiarato nel scorso anno, sono stati costretti ad un peggioramento della loro classe di merito. Questo significa in automatico che è aumentato il costo del premio RC auto.
A livello nazionale, la percentuale è pari al 2,51%. Ma guardando il campione su base regionale, notiamo differenze importanti. Al primo posto, anche se può suonare strano, la Liguria perché il 3,32% dei guidatori nel 2023 è stato costretto a pagare di più per la sua assicurazione auto. A seguire, gli automobilisti di Lazio (3,05%) e Piemonte (3,02%). Invece le percentuali più basse sono state in Calabria (1,52%), Basilicata (1,87%) e Molise (2,02%).
Quali sono le categorie più a rischio? Certamente chi usa la macchina più spesso. Quindi gli agenti che hanno dichiarato con maggiore frequenza un sinistro con colpa (3,16%). A seguire i pensionati (3,04%) e i liberi professionisti (2,73%).
Nel mese di aprile 2023, ultimo del quale abbiamo dati certi, il premio medio in Italia per la RC auto è stato pari a 517,88 euro. Un dato appena in calo rispetto a marzo di quest’anno quando aveva fatto segnare 525,98 euro. Il numero più preoccupante però è quello che mette a confronta con lo stesso mese del 2022. Un anno fa infatti in media assicurare l’auto nel nostro Paese costava 443,07 euro.
Le principali cause degli aumenti? In particolare l’inflazione e la crescita dei costi relativi alle riparazioni dei modelli incidentati. Due fattori che pesano in modo importante senza che gli automobilisti possano salvarsi.
RC auto, cos’è e come si attiva la conciliazione: i casi in cui scatta
Il costo dell’assicurazione per l’auto continua ad essere una mazzata per gli italiani. Ancora più insopportabile però è quando nascono problemi con la compagnia di assicurazione per ottenere il risarcimento dei danni. In teoria dovrebbe essere una procedura automatica, più spesso i tempi si allungano per colpa della burocrazia o semplicemente di chi se ne approfitta.
Come possiamo difenderci in questi casi e quali sono le mosse legali che ci tutelano? Quello che più efficace, almeno inizialmente, è rappresentata dal reclamo. Una segnalazione diretta da inviare alla compagnia assicuratrice nella quale dobbiamo inserire tutti i dati necessari. Quindi le generalità di chi effettua il reclamo, il nome della compagnia assicurativa o del perito ma soprattutto il motivo della segnalazione.
Chi non vuole arrivare a dirimere la causa davanti ad un giudice, con la certezza di tempi che si allungheranno a dismisura, può tentare però un’altra via. Stiamo parlando della conciliazione, che funziona come nel caso del sinistro.
Si tratta di una procedura ideata dall’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) in collaborazione con alcune associazioni di consumatori per diminiuire i contenziosi nel settore RC Auto.
Quindi è possibile ricorrere a questo strumento per risolvere controversie nate in seguito a sinistri la cui richiesta di risarcimento non sia maggiore a 15.000 euro. E la richiesta può essere fatta dopo aver presentato una di risarcimento danni e aver dato alla compagnia tutti i dati per procedere alla verifica del caso.
La procedura della conciliazione è attivata quando l’assicurato dimostra di non aver ricevuto nessun riscontro dalla compagnia entro i tempi stabiliti dalla legge. Oppure ancora se la compagnia ha negato la sua richiesta di risarcimento. Ma si può attivare la conciliazione anche quando l’assicurato non accetta l’offerta di risarcimento.
La procedura della conciliazione per ottenere il risarcimento: quali sono i tempi della domanda
La richiesta può essere presentata attraversi le associazioni dei consumatori che hanno sottoscritto l’accordo con l’ANIA. Sono Acu, Codacons, Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori. E ancora Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori Utenti, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e Unione per la Difesa dei Consumatori.
Chi vuole fare richiesta può rivolgersi direttamente allo sportello di una di queste associazioni oppure inviare la richiesta attraverso il sito dedicato alla procedura di conciliazione per le controversie RC Auto. Per farlo servono documento di identità, richiesta di risarcimento e il testo del reclamo.
Qualora l’assicurato abbia ricevuto una risposta negativa da parte della società assicuratrice bisogna allegare anche la comunicazione formale che lo conferma. Se invece la sua richiesta è legata al fatto di non essere soddisfatto della proposta, bisognerà allegare la comunicazione nella quale è riportata l’offerta.
Dopo la richiesta di conciliazione, l’associazione dei consumatori valuta il caso e stabilisce se ci siano gli estremi per procedere. A quel punto, se accetta l’incarico avvia la pratica e contatta la compagnia di assicurazione coinvolta. Una procedura che ha una durata massima di 30 giorni e può ottenere un riscontro positivo o negativo.
Nel primo caso, la compagnia e l’associazione dei consumatori firmano un accordo per rimodulare l’offerta. Nel secondo caso, invece, l’atto finale sarà un verbale di mancato accordo e il risultato è comunicato al consumatore.
Quanto costa la procedura della conciliazione? In genere è gratuita, ma come per altri servizi da parte delle associazioni consumatori potrebbe essere richiesto il pagamento della quota associativa. Quindi sta a te capire a chi rivolgerti.