Tra gli anni Ottanta e Novanta in Italia hanno spopolato le moto 125 che replicavano quelle da corsa. Ecco le più sognate.
Oggi vediamo tanti ragazzi sognare lo smartphone di ultima generazione per farsi foto ad alta risoluzione e postarle sui social, oppure fare video di qualità da caricare su Youtube o altri canali magari per guadagnare qualche soldo. Una volta invece in Italia erano ben altri i sogni dei ragazzi, soprattutto i sedicenni. C’è stato un fenomeno a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta che ha travolto il nostro Paese, che ha colpito un’intera generazione di giovani. Ed è quello delle moto 125.
Era l’epoca nella quale ebbe un gran successo un particolare campionato motociclistico, lo Sport Production, che contribuì a dare il via a una vera propria mania in quegli anni. In quel decennio si voleva la moto da corsa, anche se della cilindrata più piccola. E fu un boom pazzesco. Addirittura marchi come Honda e Yamaha furono costrette ad aprire due stabilimenti in Italia per poter stare dietro alla richiesta di quel tipo di moto e soprattutto alla produzione delle moto italiane, che rischiavano di togliergli quote di mercato.
Le moto 125 più adorate del passato
Ancora oggi le 125 sono tra le preferite, ma all’epoca era una vera moda. E diversi modelli, ancora oggi, conquistano per linee e prestazioni. Tanto da essere molto ricercati nel mercato delle moto d’epoca. Tra le più belle c’è di sicuro la Honda NSR-F, anno 1988, che in realtà è un’eccezione per l’epoca visto che era una 125 completamente nuda, che lasciava in bella vista il telaio pressofuso di alluminio. Fu forse una delle prime naked della storia e fu un vero status symbol in Italia.
Un altro gioiello fu l’Aprilia AF1 Project108 (1987), che ebbe come testimonial il pilota Loris Reggiani, perché fu la prima moto di serie al mondo con trasmissione finale a catena dotata di sospensione posteriore monobraccio, insomma la prima vera moto derivata da quella che correva nel Motomondiale. E la velocità, vicina ai 170 km/h, la rese la 125 più veloce dell’epoca. Sempre in quell’anno uscì la Cagiva Freccia, progettata dal mitologico Massimo Tamburini e che racchiudeva il meglio della tecnologia. Una vera bomba, che fu la diretta progenitrice della Mito, una delle 125 più iconiche dell’epoca grazie non solo alle forme e alle prestazioni, ma anche alle livree ispirate al mondo delle corse.
E’ del 1986 un altro pezzo storico come la Gilera KZ, con una carrozzeria vistosa e che vantava ben 26 cavalli che la spingevano alla velocità dichiarata dalla casa di 150 km/h. Ma la madre di tutte le mitiche 125 fu la Laverda LZ, nata nel 1977 ma che fu una delle moto più vendute anche nel decennio successivo. La caratteristica? Il motore a raffreddamento a liquido, prodotto dalla tedesca Zundapp, una chicca per l’epoca, che le permetteva di raggiungere la velocità di 120 km/h.