Il successo della Mustang portò la Ford ad accordarsi con Caroll Shelby per la creazione di due versioni da paura: la GT350 e la GT500. Ecco un restauro che vi lascerà senza parole.
Partendo da un capolavoro di pony car come la Mustang come si poteva renderla ancora più iconica? In casa Ford, semplicemente, chiamarono quel mito di Caroll Shelby, vincitore nel 1959 alla 24 Ore di Le Mans su una Aston Martin, e decisero di preparare due vetture che avrebbero fatto breccia nel cuore degli appassionati di muscle car per sempre.
Dopo aver fatto faville in pista, a causa di un problema cardiaco, Caroll Shelby fu costretto a dedicarsi al mondo dei motori in una nuova veste. Progettò la Cobra e iniziò a collaborare con la casa dell’Ovale Blu per mettere i bastoni tra le ruote alla Ferrari nella superclassica francese. La morte del pilota Ken Miles nel 1966, in una sessione di test sulla Ford GT40 Mk IV, fece capire a Caroll che era giunto il momento di interrompere la produzione di vetture da corsa.
Discorso diverso fu fatto per quanto riguardava il prodotto stradale. Shelby si dedicò alla produzione della Eagle e all’allestimento di versioni speciali della Ford Mustang. Credete che il risultato finale non ebbe un impatto pari al lavoro fatto sulla GT40? La vita di Caroll è stata talmente ricca di successi che è diventata anche una pellicola hollywoodiana. In Le Mans ’66 – La grande sfida il personaggio di Caroll Shelby è stato interpretato da Matt Damon.
Mustang, il restauro della GT500
La Shelby GT500 divenne la versione modificata della Mustang più amata e agognata al mondo, proiettando l’imprenditore nella hall of fame. Il progetto di una evoluzione della pony car fu deciso dai vertici della brand di Detroit. La prima serie della GT350 fu realizzata, esclusivamente, nella colorazione Wimbledon White con optional con strisce Le Mans blu, cd. Ford Guardsman blue. La potenza dell’auto era impressionante con 306 CV (228 kW), grazie ad un V8 impressionante.
Tutto finito? Neanche per sogno perché la GT350 rappresentò la spinta per produrre un V8 da sette litri di cilindrata da sogno che fu equipaggiato sulla GT500. La produzione cominciò nel 1967 e, forse senza neanche la piena consapevolezza, negli stabilimenti Ford nacque una delle vetture americane più iconiche di sempre. 355 CV di potenza, 0 a 100 km/h in appena 6,2 secondi con 0 elettronica: la GT500 richiedeva tanto coraggio.
Le muscle car erano vetture imprevedibili. Come annunciato già nel nome era un cavallo pazzo da domare. Sul cofano della GT erano stati montati degli air scoop su entrambi i lati. Il cd. Big-block V8 FE Police Interceptor era indomabile. La Ford ha riportato in auge il nome GT500 nell’anno 2007 con il timbro di approvazione di Shelby. La nuova versione non ebbe lo stesso impatto della sua progenitrice. Il modello degli anni ’60 vale una fortuna.
Persino un piccolo modellino può arrivare a sfiorare una cifra importante. Un esemplare è stato riportato in vita in un video pubblicato sul canale YouTube RESTORATION KAMASUTRA. Guardate che lavoro hanno fatto anche su una iconica Porsche. Il modellino della GT in scala è stato rimesso a nuovo in ogni dettaglio. Date una occhiata al filmato in alto e preparate i pop corn.