Il settore dell’automotive versa in condizioni drammatiche, a soffrire sono anche gli stabilimenti in Germania: quanto guadagnano gli operai Volkswagen?
Sono quasi tre anni che il settore dell’automotive è in grave sofferenza. Di auto se ne vendono sempre meno. Non si tratta di elettrico o meno, il fatto è che le automobili ormai sono diventate un lusso, costano troppo, che si tratti di motore elettrico, benzina o diesel. L’inflazione degli ultimi anni ha condannato un intero settore, e per un lavoratore comune, acquistare un’auto nuova, comporta grandi sacrifici.
Per acquistare una comune berlina ormai occorre spendere quasi 20 mila euro, cifre folli, se rapportate agli stipendi medi, paralizzati da decenni. E un popolo sempre più povero (sono i cosiddetti lavoratori poveri) e con poco potere d’acquisto, inevitabilmente si orienta verso il mercato dell’usato, che nel 2024 vale l’80% del mercato totale della compravendita di veicoli.
Lo stipendio degli operai tedeschi di Volkswagen e il confronto con le buste paga degli operai italiani
La crisi dell’industria automobilistica si percepisce ovunque nel mondo, con tutte le aziende in difficoltà, dall’Europa agli Stati Uniti, dal Giappone fino alla Cina. Quest’ultima però continua a crescere, forte della grande manodopera a basso costo, del numero esorbitante di stabilimenti sul proprio territorio, e delle vendite di auto e moto a prezzi ribassati.
La Cina si sta mangiando il mercato, lo sta facendo anche in maniera piuttosto veloce, nonostante le difficoltà di questo periodo storico. I brand degli altri Paesi non possono fare altro che osservare, inermi, producendo meno vetture e chiudendo diversi stabilimenti, come ad esempio è accaduto al colosso Stellantis, costretto a mettere in pausa alcune delle sue produzioni.
Anche il motore economico dell’Europa, ossia la Germania, ha subito un rallentamento spaventoso, segnando una crescita economica quasi inesistente, e in molteplici settori, compreso quello dell’auto. Volkswagen, ad esempio, è uno dei colossi in grave crisi. Le auto di questo marchio vendono sempre meno, e sempre per lo stesso principio: costano troppo per gli automobilisti tedeschi ed europei.
Stabilimenti Volkswagen in crisi e rischio licenziamenti per migliaia di lavoratori
In Germania, sono a rischio dieci fabbriche e migliaia di dipendenti sono già in cassa integrazione. I dirigenti Volkswagen hanno annunciato il taglio del 10% sugli stipendi e la riduzione della forza lavoro. L’azienda tedesca sta affrontando una profonda ristrutturazione. Auto invendute, difficoltà nell’adattarsi all’elettrico, concorrenza delle aziende cinesi.
Le vendite in Germania sono crollate del 37%, e in questa caduta in picchiata sono coinvolti tutti i marchi europei, Volvo, Mercedes, Opel, Fiat, Citroen, Renault, Audi. L’economia soffre a causa di una strategia scriteriata messa in piedi da anni, legata alla forte dipendenza delle esportazioni.
La crisi del settore dell’automotive è sintomo di un problema ancora più ampio e che tocca molti altri settori. Tornando alla questione stipendi, gli operai Volkswagen tedeschi percepiscono uno stipendio medio di 2.600 euro al mese, a fronte di uno stipendio medio degli operai Fiat italiani di 1.400 euro. Una differenza enorme.
Ma c’è anche la beffa: le buste paga italiane sono più tassate, e inoltre i servizi di welfare sono più scadenti. Se gli operai specializzati Volkswagen percepiscono uno stipendio annuo netto di circa 33 mila euro, in linea con il comparto dell’auto e della metallurgia in Germania, un operaio Fiat percepisce meno di 20 mila euro l’anno.