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Fu il lontano 1893 quando il marchio Peugeot fece debuttare un modello sensazionale che ad oggi viene ammirato come quanto accadde 125 anni addietro.
Per risalire ad una storia così antenata si è dovuti andare alla ricerca di documentazioni negli archivi dello stabilimento Peugeot situato a Sochaux, in Francia. Questa iniziativa è partita specialmente in occasione della fondazione del Club Storico Peugeot Italia avvenuta nel 1999 appunto per rintracciare notizie e curiosità sul debutto del brand in territorio italiano. E’ stato un prezioso documento ben conservato a darne la testimonianza: si tratta di un elenco scritto a mano dove erano registrate tutte le prime vetture prodotte dalla Casa francese.
Ed ecco quindi che è stato così rintracciato il primo modello. Al telaio numero 25 c’è il nome della cittadina veneta di Piovene Rocchette in data 2 gennaio 1893 e proprio questo era volto ad anticiparne di almeno due anni il momento in cui gli storici avevano concordato per riconoscere la prima vettura che ha messo le ruote sulle strade italiane.
Ed ecco che quindi questo fu il momento chiave per la nascita dell’automobile in Italia chiamata Peugeot Tipo 3 appartenuta a Gaetano Rossi; il grandissimo interesse ne diede luogo ad una moltitudine di divulgazioni come la pubblicazione del libro intitolato “Peugeot…una storia italiana” scritto da Michele Marchianò. Lo scorso 2007, anno in cui si lavorò per la ristampa della seconda edizione del libro precedentemente citato, Fabrizio Taiana, nonché Segretario del Club Storico Peugeot Italia, confrontò il numero del motore della vettura esposta al museo con quello contenuto nei documenti Peugeot circa la vettura appunto di Gaetano Rossi ed i numeri corrispondevano. Fu così infatti che si poté ricorrere alla ricostruzione dell’intera storia della prima vettura in Italia siglata Peugeot.
Per interessarci della storia della Peugeot Tipo 3 dobbiamo risalire almeno alla famiglia Rossi appunto perché, come precedentemente detto, il proprietario fu Gaetano Rossi, figlio di Alessandro Rossi imprenditore della più importante fabbrica tessile del Veneto in quegli anni: la Lanerossi situata nel paese di Schio, in provincia di Vicenza. A Gaetano, il quinto degli undici figli, venne affidata la gestione dello stabilimento di Piovene Rocchette, non molto lontano da Schio. Nel corso degli anni sono molti i viaggi che Gaetano compie per motivi lavorativi tanto che ricorre alla visita in Alsazia (allora tedesca) dove conosce il Signor Schlumberger di Gubwiller, un paese vicino da dove Armand Peugeot sta iniziando a costruire le prime automobili. All’età di 32 anni, siamo quindi nel 1892, Gaetano Rossi si appassiona e si affascina da questi “innovativi” e sensazionali mezzi di traporto su quattro ruote francesi tanto che il 30 agosto dello stesso anno ne ordina un modello Tipo 3 con quattro posti ed un motore due cavalli di potenza, dotata anche di capote e strapuntini e “tablier”. La consegna ufficiale di questo esemplare è un momento storico che non passa certo in secondo piano, avviene per mezzo delle ferrovie nella dogana di Chiasso-Como ed il 2 gennaio del 1983 arriva a Piovene Rocchette: è questa quindi la prima vera automobile a circolare in Italia.
E’ talmente grande la soddisfazione per il possesso di questo modello che Gaetano ne vuole un ulteriore sempre di origine Peugeot chiaramente e questo gli viene consegnato nel 1896 cedendo la Tipo 3 all’amico Guido Lazzari.
Questo suo amico non è altro che il figlio di un noto banchiere. Quando nel 1980 si trasferisce ad Aiello con la moglie, in Friuli Venezia Giulia, il successivo 1915 è il segno della Prima Guerra Mondiale ad interessare la storia che vi stiamo raccontando della vettura in quanto appunto la sua Tipo 3 viene privata di alcune parti ed è appunto da questo momento che non potrà più esser messa in moto. Posto fine al grande conflitto in Italia Guido vuole a tutti i costi ricorrere assolutamente ad un ripristino del mezzo in questione sicuramente per un motivo personale ed affettivo oltre che per esser anch’egli ripagato di cotanta soddisfazione una volta alla guida della sua Peugeot Tipo 3. E’ da questo momento che inizia seriamente ad interessarsi su chi in questo territorio sia all’altezza di rimettere a punto la vettura dotata di motore Daimler. I suoi famigliari gli consigliano di ricorrere alla Costruzioni Meccaniche di Saronno, nonché la filiale italiana della Esslingen Maschinenfabrik che è al centro di importanti relazioni d’affari appunto con Daimler. Dal momento in cui la macchina è sistemata e dopo esser stata revisionata viene apposta quella famosa targhetta che in un secondo momento ne è andata a discapito dei responsabili del Museo dell’Automobile depistandoli e portandoli a considerare erroneamente la vettura come il frutto di un assemblaggio avvenuto a Saronno.
Alla morte di Guido all’età di 89 anni, la Peugeot Tipo 3, conservata accuratamente nella dimora di Villa dei Conti Strasoldo a Muscoli, frazione di Cervignano del Friuli, viene offerta alla Casa tedesca Mercedes-benz ma l’affare non viene concluso.
Siamo nel 1954 quando a Mario Marchetti, un antiquario di Udine, giunge voce di questa vettura in vendita posseduta appunto dai Lazzari e tenuta accuratamente. Subito Marchetti fa visita all’esemplare Peugeot seppur non funzionante e ne conclude l’affare. Una volta portato a casa la Tipo 3 viene messa in esposizione in una vetrina del negozio della famiglia Marchetti e ha fatto parlare di sé senza aspettare un attimo visto anche che la stampa è accorsa sul posto come anche fotografi più e meno conosciuti. Se in un primo momento Mario vuole riavviare il motore della macchina ormai fermo da anni perché non più funzionante, poi si ricrede a sé stesso e preferisce conservarla e tenerla in sola esposizione onde evitare di darla in mano a gente magari inesperta e capace di provocarne ulteriori danni irreparabili. Il 15 novembre del 1954 Mario Marchetti decide di proporre uno scambio ad una concessionaria triestina tra questa Peugeot Tipo 3 ed una Fiat 1100 nuova in versione familiare; l’accordo si conclude positivamente tanto che infatti viene portata via da un autocarro fino al Museo dell’Automobile di Torino dove tutt’oggi è esposta. In un primo momento, nel 1961, la Tipo 3 è stata oggetto di un restauro presso l’atélier del Museo e negli anni 90 è stata poi riverniciata di una colorazione rosso Ferrari (come avete modo di vedere dalla foto sotto riportata) fino ad arrivare al 2007, anno in cui col supporto di Peugeot Italia la vettura viene interamente restaurata e riportata all’originalità.
Se Peugeot è partita con l’assemblaggio delle proprie vetture dotate di tre ruote e spinte da un motore a vapore, la Casa del Leone di proprietà di Armand Peugeot è passata alla produzione di modelli dotati di quattro ruote e equipaggiate di un motore a benzina. E’ stato quindi mandato in pensionamento il propulsore a vaporizzazione istantanea e messo in voga questo bicilindrico Daimler a V da 565 centimetri cubi con avviamento a manovella in grado di erogare una potenza di 2 cavalli a 1.000 giri/min e di raggiungere una velocità massima di 18 chilometri orari. La denominazione della Peugeot Tipo 3 fu “vis-a-vis” ossia “viso-a-viso” appunto per ricordarne la disposizione dei quattro posti. Da molti venne definita come una carrozza senza cavalli per la sua fattezza che era forte di una lunghezza di 250 centimetri per una larghezza di 135 centimetri con un telaio turbolare. Gli esemplari costruiti furono in tutto 64 e la numero 25, come detto in precedenza, fu proprio quella di Guido Rossi, nonché la prima a sbarcare in Italia.