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Ponte sullo Stretto, finalmente ci siamo: quando inizieranno e quando finiranno i lavori

Una storia che dura da 70 anni e ora ha subito un’accelerazione improvvisa: il Ponte sullo Stretto tra Messina e Reggio Calabria si farà

Per anni è stato un argomento fisso, ma senza nessuno sbocco concreto. Adesso lo possiamo dire, perché in realtà lo ha detto il governo: il Ponte sullo Stretto di Messina sarà una realtà.

Era nel programma politico di diversi partiti del centro-destra che sono poi saliti al governo lo scorso settembre ed è diventato un progetto concreto nelle ultime ore. Serviva ancora un passaggio, quello in Senato per l’approvazione del Decreto Legge che regolava il cammino per la realizzazione dell’infrastruttura.

Con 103 voti a favore e 49 contrari (più 3 astenuti), l’aula ha dato il via libera nemmeno due settimane dopo che lo stesso testo era già stato approvato alla Camera. Un passaggio fondamentale per permettere a Matteo Salvini, vice premier e ministro delle Infrastrutture, di mettere la sua firma sul decreto legge.

Il testo definisce l’assetto della nuova società Stretto di Messina SpA che seguirà la progettazione e la programmazione di tutte le fasi del viadotto per collegare Messina a Villa San Giovanni. Dalla Calabria alla Sicilia e viceversa, senza più passare per i traghetti. O meglio, potendo scegliere quale delle due vie scegliere.

Non è solo una questione di forma ma anche di sostanza perché ci sono già tempi previsti per la sua realizzazione. I lavori infatti partiranno già nel 2024 per essere conclusi con il collaudo e l’inaugurazione del ponte 8 anni dopo.

Ponte sullo Stretto, finalmente ci siamo: il progetto della struttura e i costi

Come ha spiegato lo stesso Matteo Salvini dopo la firma, che ha documentato su Facebook, non sarà solo il ponte di Messina ma quello di tutti gli italiani che lo aspettavano da più di 50 anni. Così già nella prossima manovra di bilancio a fine anno saranno previsti i primi stanziamenti necessari ad avviare i lavori.

Matteo Salvini ha fimato il Decreto (Ansa Foto – Facebook) – Allaguida.it

I numeri, almeno sulla carta, sono importanti. Centomila come le tonnellate di emissioni di CO2 in meno ogni anno. Ma centomila anche come i posti di lavoro che sono previsti tra diretto e indotto per la sua realizzazione

Il Consiglio dei Ministri ha aggiornata anche i costi: 13,5 miliardi di euro, come indicato nel Documento di Economia e Finanza. Ma in queste spese sono comprese anche altre opere, come il completamento dell’autostrada A19 Palermo-Catania.

Ma qual è il progetto? In realtà esiste già ed è fermo dal 2011. Un ponte sospeso sullo Stretto, con una lunghezza della campata centrale pari a 3.300 metri e questo lo renderà il ponte di spazio rispetto al livello del mare per permettere il passaggio anche delle navi più grandi.

Il ponte sarà strutturato con 6 corsie stradali dedicate ai veicoli, tre per ogni senso di marcia, compresa la corsia d’emergenza ma anche due binari ferroviari. Questo consentirà il passaggio di 6.000 veicoli ogni ora e 200 treni al giorno, ma non farà sparire i traghetti attivi fino ad oggi sulla tratta.

Ma quella è anche zona molto ventosa e soprattutto a forte rischio sismico come dimostra la storia. Quindi il ponte sarà progettato per rimanere stabile anche con venti fino a 270 km/h e per resistere a terremoti che arrivano a magnitudo 7,1 della scala Richter. Nel progetto definitivo sono previste anche 20,3 km di strade, compresi alcuno tratti sulla costiera jonica calabrese, e 20,2 km di strutture ferroviarie.

Una storia cominciata settant’anni fa: Villa San Giovanni e Messina adesso sono ancora più vicine

La storia moderna del Ponte sullo Stretto è lunga almeno settant’anni. Nell’Italia che era uscita umiliate e distrutta dopo la II Guerra Mondiale la prima missione era ricostruire, ma anche partire con progetti nuovi. Come quello di unire non solo simbolicamente Calabria e Sicilia.

Una delle manifestazioni contro il Ponte nel 2009 (Ansa Foto) – Allaguida.it

Così nel 1952 l’Acai (Associazione dei costruttori italiani in acciaio) affidò l’incarico di un progetto preliminare al famoso ingegnere statunitense David B. Steinman. Un ponte con due piloni alti in tutto 340 metri (120 dei quali sotto il livello del mare), 50 metri sopra il livello dell’acqua. Solo il primo capitolo di una lunga storia che ha avuto molti inizi ma mai una fine.

Altro passaggio importante, nel 1981 con la costituzione della concessionaria Stretto di Messina S.p.A. partecipata da Italstat IRI con il 51% oltre a Ferrovie dello Stato, ANAS, Regione Siciliana e Regione Calabria che coprivano il restante 49% in parti uguali. E arrivarono altri progetti tra il 1986 e il 1992 fino all’arrivo al governo di Silvio Berlusconi che in diverse fasi ha spinto per la realizzazione dell’impresa.

I primi veri lavori sono cominciati nel 2009 deviando la già esistente tratta ferroviaria poco prima di Villa San Giovanni, ma lì si è anche fermato tutto almeno fino ad oggi. Anche perché il timore di infiltrazioni mafiose, evidenziato da diverse informative, è sempre stato forte. In più quell’anno (ma non solo) c’erano state diverse manifestazioni di protesta contro l’opera.

Oggi la storia ricomincia. Il 16 marzo scorso è stato approvato in Consiglio dei Ministri un decreto-legge che disponeva la riattivazione della società concessionaria Stretto di Messina S.p.A., messa in liquidazione 10 anni fa. Ed è stato riattivato il progetto del 2011, l’ultimo che era stato preso in considerazione.

Federico Danesi

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Federico Danesi