Il coronavirus cambierà la mobilità urbana. L’epidemia di Covid-19, infatti, è destinata a ridisegnare la vita dei cittadini di mezzo mondo che si troveranno a fare i conti con uno sconvolgimento delle proprie abitudini. A spiegarlo sono i risultati di uno studio condotto dalla Ipsos Group, che ha analizzato nel dettaglio le preferenze della popolazione cinese nella fase pre e post blocco degli spostamenti.
Come il coronavirus modificherà la mobilità urbana
Quando le limitazioni alla mobilità saranno finite, infatti, bisognerà imparare a convivere con il virus, come peraltro già sottolineato da diversi studiosi. Questo porterà la popolazione ad abbandonare in maniera importante il trasporto pubblico preferendo quello privato. Dalla ricerca condotta in Cina è infatti emerso come l’uso della propria auto privata sia passato dal 34% pre coronavirus al 66% con un conseguente dimezzamento dell’utilizzo dei mezzi pubblici, sceso dal 56% al 24%. A risentirne saranno anche i taxi, seppur in misura minore, passati dal 21% al 15%.
Uno scenario che, per il momento, appartiene solamente alla Cina ma che potrebbe facilmente riguardare la maggior parte delle grandi città nel mondo, italiane comprese. Il trasporto pubblico, quindi, sembra destinato ad andare incontro ad una contrazione importante a vantaggio delle auto private che potrebbero così diventare il principale mezzo di trasporto – ancor più di adesso – soprattutto nelle civiltà occidentali dove quasi tutti posseggono almeno un veicolo. Se da un lato queste nuove abitudini porteranno a una maggior distanziamento sociale, di contro, però, questo spostamento verso i mezzi privati porterà un incremento delle emissioni nocive così come l’aumento delle ore perse nel traffico in città. Il coronavirus cambierà la mobilità urbana, questo sembra uno scenario ormai quasi certo, e a recitare la parte del leone potrebbe essere il trasporto privato con auto e moto al centro della scena per quanto riguarda gli spostamenti del futuro più immediato.