C’è un motivo importante se dopo questa vettura Piaggio ha preferito seguire la strada delle motorette anzi che tornare a costruire automobili. Il flop è stato piuttosto pesante da digerire…
Secondo alcuni esperti, il valore del giro di affari che la casa italiana Piaggio, produttrice di scooter e motociclette, ammassa ogni anno si aggira sui miliardi di Euro rappresentando uno dei più imponenti del mondo in questo settore. Però le cose potevano andare diversamente e la casa, ad un certo punto della sua vita, poteva dirigersi in tutt’altra direzione se le cose fossero andate come previsto.
Sono passati tanti anni da quel 1952 in cui il brand italiano prese la decisione di affrontare di petto il mondo delle automobili con una citycar che oggi vale una piccola fortuna per i collezionisti: la casa italiana, decisa a sfidare la concorrenza, presentò infatti una piccola vetturetta in collaborazione con la francese ACMA in quello che si rivelò un azzardato esperimento.
La casa italiana e quella francese presero molto sul serio la questione della vettura che doveva fare il boom sul mercato: i testi si svolgevano in notturna perchè il marchio aveva paura che qualche rivale potesse carpire informazioni sul progetto prima che uscisse sul mercato. Alla fine, la vettura debuttò sul mercato europeo ma le cose non andarono proprio come previsto.
Non andò bene
La citycar debuttò nel 1957 con il nome di Piaggio ACMA Vespa 400 anche se in realtà, con il piccolo scooter italiano, il veicolo non aveva molto a che spartire. Si trattò più che altro di una mossa di marketing per rendere gradevole l’idea ai possibili compratori: la vettura era lunga appena 2,8 metri e montava un motore a due cilindri da 393 cc di cilindrata.
Le prove su strada della vettura, disponibile nelle versioni GT, Luxe e Tourisme, non andarono male e la stampa francese la paragonò alla 2CV lodando il prezzo di 345,000 Franchi che era sensibilmente più basso di quello di altre auto simili dell’epoca. Purtroppo la vettura pur vedendo oltre 30mila unità fino al 1961 non si rivelò abbastanza competitiva per reggere l’impatto con le rivali dell’epoca.
Proprio nello stesso anno dell’uscita della piccola auto infatti arrivarono sul mercato due pesi massimi, si fa per dire, come la Fiat Nuova 500 e la Autobianchi Bianchina che purtroppo per Piaggio avrebbero surclassato a tutti gli effetti la rivale. Va detto che comunque, ad oggi, la Vespa 400 è molto ricercata dai collezionisti che spendono molto per averla nella loro collezione privata.