Come fanno i cittadini di Germania ed altri due Paesi a salvarsi dalle sanzioni anche gravi che possono beccare dalle nostre parti, è assurdo.
Sembra incredibile ed invece è così: i tedeschi multati in Italia poi alla fine non pagano nulla. E la cosa riguarda anche altri stranieri, come austriaci ed olandesi. I vuoti giurisdizionali e le zone grigie possono portare a situazioni anche estremamente controverse, proprio come questa. Ed il collegamento tra la certezza di non essere puniti ed il lasciarsi andare a dei comportamenti intemperanti alla guida, non solo di auto, può non sembrare così fantasioso.
I tedeschi poi non devono convivere con un codice stradale che prevede dei limiti di velocità in autostrada e nelle strade extraurbane. E per quale motivo tedeschi, austriaci ed olandesi possono uscirsene puliti e non versare al nostro Paese le sanzioni che vengono eventualmente loro comminate quando si trovano su territorio italiano da turisti o per motivi di lavoro? C’è un fattore che gioca a loro vantaggio e che va fatto risalire ai rispettivi governi, grazie a degli appositi decreti legge che entrano in ballo in questa situazione. In caso di multe che scattano all’esterno rispetto ai loro confini, succede qualcosa di specifico.
Si può fare qualcosa per aggirare questo ostacolo? E per impedire ad un tedesco, ad un austriaco e ad un olandese di tornarsene a casa da impunito e ridacchiando per averla fatta franca? A quanto pare si, una maniera per vederli aprire il portafogli e pagare dazio per lo sbaglio compiuto pare esista. Ma prima occorre capire qual è l’appiglio che, ad oggi, consente a questi stranieri di fare rientro nei rispettivi Paesi senza subire alcuna conseguenza.
Cosa succede se uno straniero non paga una multa in Italia?
A fare da scudo a turisti o lavoratori stranieri in Italia provenienti dai Paesi citati c’è un fattore ben preciso. Ovvero che Germania, Austria ed Olanda abbiano deciso di porre un blocco sulla visibilità delle targhe di veicoli immatricolati nei loro confini. In questo modo le autorità italiane non possono individuare i rispettivi proprietari e quindi non possono avere modo di far recapitare le multe.
Di norma dovrebbero invece non comportarsi in questo modo, visto che fanno parte del progetto europeo Eucaris. Si tratta di un piano che unisce le banche dati dei Paesi dell’Unione Europea che aderiscono a tale piano. Ma tedeschi, olandesi ed austriaci puntano il dito contro una azienda italiana, ritenuta colpevole di avere usato i dati in questione in maniera impropria.
Per cui il loro dissenso è espresso con questo diniego di condivisione delle informazioni che tanto servono alle forze dell’ordine nostrane. In tal modo è impossibile per la polizia italiana procedere con delle multe quando la situazione lo imporrebbe. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta lavorando per venirne a capo, e per risolvere quello che è decisamente un antipatico pasticcio. Ad oggi un punto di intesa sembra vicino con la Germania, ma non con l’Austria e con i Paesi Bassi.