Per entrare in città adesso si dovrà pagare una tassa: scoppia il caos tra gli automobilisti. Ecco che cosa sta succedendo.
Gestire la mobilità stradale è tutt’altro che semplice, soprattutto se si parla di una grande città. In molti casi, soprattutto nel nostro paese, i comuni per rendere più gestibile il flusso del traffico (e la vita dei residenti) in alcune zone particolarmente intasate da ingorghi o in luoghi di interesse culturale (come per esempio i centri storici) scelgono di introdurre zone a traffico limitato. In Italia sono sempre più diffuse, anche per motivi ambientali: in questo modo infatti si disincentiva il transito e l’utilizzo di veicoli con grandi benefici dal punto di vista delle emissioni. Ovviamente non senza polemiche, sia da parte degli automobilisti che possono avere disagi dal punto di vista della circolazione che dei commercianti della zona, che lamentano l’essere in caso di limitazioni poco raggiungibili dai clienti.
In altri paesi, però, le ZTL non sono così diffuse, e non vengono viste troppo di buon occhio. E’ il caso per esempio degli Stati Uniti, dove le zone a traffico limitato sono praticamente inesistenti…almeno sino a questo momento. Le cose però potrebbero presto cambiare.
New York, nuovo pedaggio: scoppia la protesta dei cittadini
Per la prima volta, in una città degli Stati Uniti è stata inserita una tassa sul traffico. A New York infatti sta per scattare il provvedimento che prevede il pagamento di una tassa per i veicoli che devono transitare nel centro della città, in particolare nella vasta area a sud di Central Park che comprende anche Empire State Building, Times Square e Wall Street. Sono ovviamente previsti dei esenzioni e sconti per chi è residente della zona o si trova di frequente a transitare nell’aria, per tutti gli altri invece è previsto il pagamento di un pedaggio di 9 dollari al giorno. La decisione era nell’aria ormai da mesi, ma le proteste avevano spinto a ritardare la misura (e ad abbassare l’entità della tassa, in origine ben più elevata).
Inutile dire che la decisione ha creato enorme polemica e ha scatenato le ire degli automobilisti, poco propensi a dover versare un’ulteriore tassa in un periodo non semplice dal punto di vista economico. Tra coloro fortemente contrari al provvedimento anche il futuro presidente Donald Trump, che ha annunciato di volere mettere un freno alla misura non appena si sarà insediato.