E’ scattato l’allarme in Italia. Esplode di nuovo il caso delle truffe legate alla patente. Ecco cosa sta succedendo.
Di tanto in tanto le truffe legate all’esame per la patente tornano a riempire le pagine dei giornali. Un tempo erano le stesse autoscuole che le studiavano per far sborsare più soldi agli iscritti, facendoli bocciare più volte così che questi fossero obbligati a prendere più lezioni di guida. Poi, più recentemente si è passati alle azioni online, in questo caso di natura diversa anche se sempre con il solito scopo di monetizzare.
Di recente i media hanno narrato di esami truffa organizzati in varie aree del Piemonte con la connivenza di organizzazioni criminali, in cui agli esaminandi si offriva, dietro pagamento di 3.500 euro, un kit tecnologico completo di wi-fi, auricolari, microcamere trasmettitori GSM e cellulari, per passare senza problemi la prova. Questo era possibile grazie al collegamento con dei suggeritori che provvedevano a fornire tutte le risposte corrette.
E’ notizia delle ultime ore di un’ennesima retata di furbetti della licenza di guida. Dieci persone sono state colte in flagranza di reato dalla polizia locale di Verona, mentre si trovavano impegnate nella compilazione del quiz do teoria armanti di micro-telecamere e auricolari. Come nel frangente succitato, dall’altro capo del filo c’erano dei complici pronti a dare le soluzioni a chi avrebbe dovuto rispondere dopo aver studiato il Codice della Strada.
Questi ultimi, sono stati trovati equipaggiati con un abbigliamento ad hoc per mettere a segno la frode. Nella fattispecie, indossavano delle camicie con delle micro-camere inserite nei bottoni delle maniche, piuttosto che nelle toppe delle felpe, nelle cerniere dei maglioni, e persino nei portafogli. Per ottenere l’aiuto a distanza, i protagonisti hanno sborsato parecchio denaro, qualcuno oltre 5mila euro.
Stando quanto riferito dalle autorità e riportato dal sito HD Motori, il fenomeno delle truffe per l’ottenimento della patente è in aumento e perpetrato con metodi sempre più sofisticati sebbene gli accordi vengano stipulati più comunemente in bar, centri commerciali o spazi all’aperto. La ragione del trend è da ritrovarsi nella quasi assenza di una pena. “I rischi che corrono sono minimi e le sanzioni davvero modeste essendo applicato il regio decreto del 1925 per falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di titoli abilitanti e per falsità ideologica” , le parole del comandante della polizia veronese Luigi Altamura.