Il passaggio di proprietà auto è una incombenza burocratica necessaria in una compravendita. Si tratta di una serie di passaggi obbligatori per legge, attraverso i quali verrà registrato negli archivi pubblici il nuovo proprietario, per attribuirgli tutte le responsabilità legali, civili e penali derivanti dal possesso di un veicolo.
Il costo del passaggio di proprietà riguarda sia il venditore che l’acquirente. Ecco quindi come si effettua la procedura, cominciando innanzitutto da dove fare il passaggio, quanto costa e quali sono i documenti necessari cercando di capire come poter risparmiare sul passaggio di proprietà dell’auto e soprattutto come non avere problemi futuri.
Nel momento in cui si decide di acquistare un’auto usata, il primo procedimento da fare è il passaggio di proprietà.
Nel caso in cui ci si rivolga ad un concessionario per la permuta auto, sarà lo stesso ad occuparsi di tutto, in cambio di una commissione, oppure includendo il suo compenso nel prezzo dell’auto che lui sta vendendo.
Se invece si opta per una procedura tra privati, ci sono diverse strade da poter seguire. Il primo metodo è quello di rivolgersi agli uffici della Motorizzazione e gli sportelli del PRA (cioè le sedi territoriali ACI), ed è quello che comporta meno spese ma è il più complicato da eseguire e richiede più tempo.
Per il passaggio di proprietà auto in Comune, invece, sarà necessario che il venditore si rechi presso uno degli uffici preposti alla autenticazione della firma.
In questo caso, però, di dovrà procedere al pagamento di un importo pari a 16 euro necessari per l’applicazione della relativa marca da bollo. Effettuata questa operazione, l’acquirente avrà 60 giorni di tempo per chiedere il nuovo certificato di proprietà al PRA e aggiornare la carta di circolazione presso la Motorizzazione Civile.
Un’altra soluzione per il passaggio di proprietà è quello di effettuarlo con l’ACI, attraverso una delle sue delegazioni (agenzie ACI, diverse dalle sedi provinciali).
I costi in questo caso sono maggiori, così come quelli presso un’altra agenzia di pratiche auto autorizzata; però così i tempi sono molto più rapidi e senza rischi di errori. Entrambi dispongono dello STA, lo Sportello telematico dell’automobilista, attraverso cui effettueranno tutte le registrazioni di trapasso.
Affinché il passaggio di proprietà di un’auto vada a buon fine ci sono dei documenti necessari come:
Per quanto riguarda il passaggio di proprietà auto di un defunto, invece, servono due atti: il primo per attribuire la proprietà dell’auto agli eredi, il secondo per il passaggio di proprietà vero e proprio. In questo caso raddoppiano i costi ed è quindi consigliabile rivolgersi ad un’agenzia.
Se si dispone del certificato di proprietà dell’auto, che dal 1° gennaio 2020 è stato incorporato insieme a quello di circolazione nel Documento Unico di Circolazione e di Proprietà del veicolo (DU), sul retro il venditore dovrà compilare la dichiarazione di vendita prestampata, firmarla e farla autenticare con una marca da bollo da un funzionario autorizzato in comune, da un notaio oppure presso uno STA.
La dichiarazione di vendita è l’unico atto legale che certifica la vendita dell’auto, che parte dalla data lì indicata.
Successivamente, entro 60 giorni dalla data della dichiarazione di vendita, l’acquirente dovrà presentare la richiesta di passaggio di proprietà ad uno degli STA sopra citati.
Nel caso in cui non si possieda o si sia smarrito il certificato di proprietà, oppure perché stiamo effettuando un passaggio di proprietà per auto d’epoca (dove ci sarà ancora l’antico foglio complementare), non è possibile rivolgersi ad uno STA.
Quindi ci si dovrà recare per forza al PRA con un atto di vendita (scritto su un foglio qualsiasi) con firma autenticata, il foglio complementare o, in caso di furto/smarrimento del CDP, la denuncia presentata a Carabinieri/Polizia; si dovrà richiedere un duplicato del CDP contestualmente alla richiesta di trascrizione al PRA.
Servirà anche il modello NP3C in doppio originale, oltre agli altri documenti specificati prima per chi ha il CDP.
Infine si dovrà proseguire la procedura di passaggio alla motorizzazione, richiedendo l’aggiornamento della carta di circolazione. Questa procedura va seguita anche in caso di passaggio di proprietà auto cointestata a più di 10 persone.
Una delle parti più importanti in questo caso è il costo per il passaggio di proprietà auto. Per autenticare la firma del venditore in Comune si pagano i diritti di segreteria che sono variabili. Si paga anche dal notaio, mediamente fra 30 e 40 euro.
Negli STA invece l’autenticazione è gratuita ma si deve in ogni caso apporre una marca da bollo da 32 euro per passaggio di proprietà auto anche se si ricorre il CDP oppure 48 euro tramite modello NP3C. Poi ci sono gli emolumenti ACI, 27 euro ed i diritti DT (dipartimento ministeriale trasporti), 10,20 euro.
L’imposta di bollo per aggiornamento della carta di circolazione, 16 euro. Poi la vera botta, l’esosa Imposta provinciale di trascrizione, la famigerata IPT che si paga in base ai kilowatt del motore.
Fino a 53 kW l’importo base è fisso, pari a 150,81 euro. Superando la soglia base, si paga da 3,51 a 4,56 euro per ogni kW aggiuntivo, a seconda delle province.
Inoltre le province possono applicare (e lo fanno quasi tutte) una maggiorazione dal 10 al 30%. Il costo del passaggio di proprietà per auto d’epoca invece, prevede una IPT ridotta, una cifra fissa di 51,65 euro.
Se infine ci si rivolge ad agenzie ACI o altre di pratiche auto, si pagherà la tariffa di consulenza variabile.
Riassumendo i costi della pratica sono:
Per concludere la pratica di passaggio è necessario far fronte a dei costi fissi. A questi vengono poi sommati tutti i costi variabili che riguardano principalmente la potenza del veicolo da acquistare, eventuali tariffe di consulenza nel caso in cui ci rivolgessimo ad agenzie specializzate ed infine le spese di autenticazione delle firme.
Per le vetture con potenza fino a 53 kW, il costo fisso dell’IPT è di 150,81 euro mentre per le auto con potenze superiori ai 53 kW, per ogni kW in più si paga un sovraprezzo pari a 3,51 euro che però può essere aumentato fino a un massimo del 30% su disposizione della Provincia, arrivando a un massimo di 4,56 euro.
A semplificare le cose, a partire dal primo gennaio 2020, con l’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 98/2017, è arrivata la progressiva introduzione del Documento Unico di Circolazione e di Proprietà del veicolo (DU), in sostituzione della Carta di Circolazione e del Certificato di Proprietà del veicolo (CDP cartaceo o CDPD digitale).
Questo, che viene rilasciato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, è costituito dall’attuale modello di Carta di Circolazione nel quale sono annotati anche i dati relativi alla situazione giuridico patrimoniale del veicolo presenti nel Pubblico Registro Automobilistico.
Così come per la carta di circolazione, il DU è il documento necessario per la circolazione del veicolo che il conducente deve sempre portare a bordo del mezzo per poter circolare.
Dal 1° ottobre 2021, data di entrata a regime dei nuovi processi del DU, per tutte le operazioni che comportano il rilascio dei documenti di circolazione verrà sempre rilasciato il DU al posto della Carta di Circolazione e del CDPD.
Per i veicoli iscritti al PRA precedentemente al 1° ottobre 2021 e non ancora dotati di DU, il DU verrà rilasciato in occasione della prima operazione effettuata per la quale è previsto il rilascio di un nuovo DU come:
Per i veicoli iscritti al PRA prima del 1° ottobre 2021, la Carta di Circolazione e il Certificato di Proprietà continueranno ad essere validi fino a quando non verrà rilasciato un nuovo DU.
È obbligatorio per l’acquirente registrare il passaggio di proprietà al PRA entro 60 giorni dall’atto di vendita. La multa per chi trasgredisce è del 30% dell’IPT dovuta, oltre al pagamento della stessa IPT non versata e agli interessi.
Se però si provvede al pagamento entro 90 giorni dall’atto, la multa è solo del 15% oltre agli interessi. Se lo si fa entro 75 giorni la multa è l’1% dell’IPT per ogni giorno di ritardo. Oltre alle multe si rischia anche il ritiro della carta di circolazione.
C’è un problema anche per il venditore, il quale figura come intestatario del veicolo fino a quando l’acquirente non registra il trapasso. Quindi continua ad essere responsabile di multe, danni per incidenti, bollo auto, eccetera.
L’unica efficace forma di tutela per il venditore è pretendere che l’acquirente effettui il passaggio lo stesso giorno del pagamento, in sua presenza.
Così come l’acquirente ha il diritto di pretendere il controllo dell’eventuale assegno circolare in banca prima di consegnare l’auto. Il passaggio di proprietà auto oggi può avvenire in un solo giorno, compresi pagamento e incasso.