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Il parcheggio selvaggio è una delle nostre peggiori abitudini, automobilisticamente parlando. Le regole sono un fastidio, il diritto degli altri a potersi muovere senza intralcio è inesistente. Noi italiani abbiamo trasformato questo vizio quasi in un’arte. Tuttavia è necessario fare una precisazione. La colpa è di chi guida l’automobile, certo (ma anche il furgone, il camion, la moto, il motorino e la bicicletta: nessuno è santo). Ma spesso siamo provocati, addirittura istigati a comportarci male, da parte di chi ha il dovere istituzionale di fissare le regole e farle rispettare, e per questo viene pagato attraverso le nostre salatissime tasse. In questo caso i peggiori colpevoli sono i comuni. Guidati spesso da incompetenti, a volte in malafede, in alcuni casi (sempre più frequenti) animati da puro odio ideologico contro l’automobile.
Si continua ad autorizzare la costruzione di palazzi, fonte di pesanti introiti di denaro per le casse municipali (per tacere di altre entrate non propriamente lecite), senza prevedere adeguati spazi per le auto di chi quelle case le comprerà. Le strade urbane hanno una larghezza che risale al medioevo, costruite quando c’era il vizio di erigere le case proprio a ridosso delle strade stesse, perché dietro c’erano solo i campi.
E quando sono abbastanza larghe vengono inutilmente occupate non da marciapiedi, ma da vere e proprie piazze ai lati, su cui stendere tavolini che faranno incassare altro denaro derivante dalla Tosap (tassa occupazione suolo pubblico); oppure si restringono le strade per costruire piste ciclabili abbastanza grandi da farci transitare il Giro d’Italia, e sulle quali poi le bici non passeranno, preferendo i ciclisti (non meno indisciplinati degli automobilisti) percorrere la strada ordinaria, solo per il gusto di dare fastidio alle auto.
I parcheggi esistenti sono diventati tutti a pagamento. Nei grossi centri, i nodi d’interscambio delle reti di trasporto pubblico vedono ancora oggi parcheggi ridicolmente sottodimensionati, quando ci sono.
D’altra parte la strategia è chiara: il divieto di sosta è un’altra enorme fonte di denaro, perché le multe stanno quasi prendendo il posto dell’Imu (che peraltro nessuno si sogna di togliere veramente, a meno che non si voglia credere a certe bugie esclamate davanti alle platee compiacenti delle conferenze stampa ministeriali).
Di conseguenza, quando per lasciare l’auto da qualche parte devi compiere giri a vuoto come se fossi uno squalo, dopo un po’ la butti dove capita, per pura sopravvivenza. Questo non toglie che troppa gente si comporta realmente in modo incivile.
Ma la rimozione forzata è stata segretamente abolita? Se si portassero via le macchine in doppia fila e sui passi carrai, obbligando il conducente maleducato ad una costosa odissea per riprendersi la vettura, vogliamo scommettere che ci penserà due volte prima di riprovarci?
In questa gallery si può osservare una selezione di foto tratte da Instagram, in cui si nota il peggio dei parcheggi nostrani. Altro luogo comune da sfatare: noi italiani non siamo meno civili degli altri; è che altrove le regole vengono fatte rispettare meglio da una pubblica amministrazione meno traditrice della nostra.