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Pagani Imola, l’hypercar stradale da 827 Cv nata dalla pista

[didascalia fornitore=”foto”]La Pagani Imola durante la fase di test, foto CS Pagani[/didascalia]

Soltanto cinque gli esemplari prodotti e già tutti sold-out per la Pagani Imola, hypercar acquistabile alla “modica” cifra di 5 milioni di euro, tasse e Iva escluse. Sarà svelata in anteprima mondiale al Salone di Ginevra 2020, luogo in cui si potrà ammirare la splendida super sportiva modenese. Sarà utopia vederla in circolazione, non solo per il numero limitato di questa serie, ma in quanto la Pagani Imola, omologata per la strada, è in pista che dà il meglio.

La nuova hypercar, la cui aerodinamica attiva della vettura deriva da quella della Huayra, è stata protagonista del più rigoroso ciclo di validazione su tracciato mai applicato ad una vettura Pagani. In aggiunta alla regolare e già scrupolosa validazione, la Imola ha percorso oltre 16.000 km in pista a velocità di gara, l’equivalente di circa tre volte la 24 ore di Le Mans.

Pagani Imola una vettura-laboratorio

Pagani Imola viene definita come una vera e propria auto-laboratorio per la quale sono state sviluppate innovazioni importanti sotto il punto di vista del progresso tecnologico e scientifico. La nuova hypercar anticipa tante delle soluzioni all’avanguardia che vedremo sui modelli futuri a firma di Horacio Pagani, Founder e Chief Designer di Pagani Automobili. Particolarmente importante è la ricerca sui materiali compositi avanzati dalla prima Zonda R del 2008, caratterizza anche la Pagani Imola con la nuova formula del carbo-titanio HP62 G2 e carbo-Triax HP62 sviluppato per la monoscocca, fondamentale per ridurre il peso e aumentare la rigidezza torsionale e flessionale che richiede un modello dalle prestazioni così estreme.

La tecnologia aerodinamica alla base della Pagani Imola è evidente in tre delle sue caratteristiche principali. Il profilo generale, l’aerodinamica interna e i dettagli aerodinamici esterni, come pinne, alette e deflettori“, ha spiegato Horacio Pagani. La Pagani Imola, di fatto, utilizza il sistema aerodinamico attivo introdotto da Huayra, il primo veicolo stradale mai dotato di questa tecnologia. Ciò significa che ciascuna delle quattro alette mobili si comporta in base alle circostanze di guida in modo dinamico e immediato e anche in frenata, generando un’azione di frenata aerodinamica.

La geometria delle sospensioni è stata recentemente progettata per trasferire a terra la potenza e la vivace coppia di 1100 Nm, ridurre l’effetto di immersione e oscillare in frenata. Tanto che il conducente può fare un angolo frenando all’ultimo millesimo di secondo. La Pagani Imola è stata rivista anche nella trasmissione, in quanto il noto cambio robotizzato a 7 marce è ancora più veloce a passare da un rapporto all’altro mentre il motore è stato migliorato con il V12 biturbo 6.0 delle Huayra e Huayra BC, che porta i cavalli a 827.

I freni, in materiale composito, sono stati modificati al fine di migliorarne il raffreddamento nell’uso prolungato in pista. In questo modo resistono meglio alla fatica.

La hypercar è dotata inoltre di sospensioni con molle attive e come anticipato in precedenza gode del raffinato telaio in materiali compositi delle Huayra, indispensabile al fine di contenere il peso dell’auto. Con 4,85 metri di lunghezza e 2,04 metri di larghezza la Imola pesa solo 1.246 kg.

Un omaggio alla Motor Valley

Anche se durante la fase di sviluppo era stata denominata Huayra R o ‘Dragon’, la denominazione finale è stata Imola, in onore al circuito dove ha passato la maggior parte di ore dei test.

Imola è un luogo sacro per un appassionato di automobili. Una pista veloce, tecnica, difficile. Un circuito che ha fatto diventare veloci i più veloci, che ha dato luogo a lotte accanite tra avversari e gentiluomini, che ha visto le vittorie più dolci e le tragedie più amare. Un circuito dell’Emilia Romagna, della Motor Valley. Una terra che ha dato tantissimo all’automotive. Che ha dato tantissimo alla Pagani”. ha dichiarato Horacio Pagani il quale ha sottolineato quanto Imola sia diventata la seconda casa durante l’intero sviluppo dell’auto.

Riccardo Mantica

Nell’editoria online dal 2001 quando scrivere per il web era una chimera. Pubblicista dal 2005, blogger per caso nel 2010, ha vissuto l’avvento del web 2.0 e dei social network condividendone gioie e dolori. Le passioni coltivate negli anni per sport, motori e tecnologia sfociano oggi anche nel panorama della mobilità sostenibile. Il motto preferito? Guardare sempre avanti senza dimenticare il passato. Stay tuned!

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Tags: Supercar