Oggi vi parleremo di un motore che non ha alcun tipo di precedente, e che punta a far scuola in futuro. Scopriamo tutti i dettagli.
Viviamo da anni ormai in un mercato automobilistico che lotta contro l’inquinamento, con l’obiettivo di limitare le emissioni di CO2 per garantire una mobilità più sostenibile. Questa vera e propria guerra è partita nel 2015, con lo scoppio del dieselgate che vide protagonista la Volkswagen, e da quel momento in poi, tutto è cambiato. La diffusione di auto elettriche è iniziata in quel periodo, ma a distanza di un decennio, le vetture alimentate a batteria non sono ancora riuscite a ritagliarsi uno spazio concreto.

In molti casi, è iniziata una sorta di caccia alle streghe contro i combustibili fossili, ma i dati sulle vendite ci dicono che il motore termico è ancora quello preferito dal cliente, che non ha la minima intenzione di distaccarsene. Dunque, l’elettrico non è riuscito a conquistare la fiducia in cui costruttori e governi che hanno puntato su di esso si auguravano, ma è bene raccontarvi la storia di un particolare motore su cui ha lavorato la NASA, e che tanto sta facendo parlare di sé in questo ultimo periodo.
Motore, tutto sul sorprendente sistema della NASA
Negli ultimi mesi, la NASA ha parlato di un motore che può funzionare senza carburante, che si basa su un principio a dir poco rivoluzionario. Il suddetto motore è nato dall’idea dell’ingegnere britannico Roger Shawyer, che già in passato aveva pensato ad un motore rotativo capace di entrare in funzione senza l’utilizzo di un combustibile. La NASA è da tempo a lavoro su questa curiosa unità propulsiva, che funziona mediante un magnetron che genera onde elettromagnetiche, permettendo così il movimento del veicolo, ma senza provocare alcun tipo di emissione inquinante, come invece avviene con i tradizionali carburanti.

Si tratta di una soluzione sviluppata, in primis, per il trasporto spaziale, ma potrebbe essere utilizzata anche su mezzi marini, terrestri o anche aerei. Ovviamente, dato che si parla della NASA, potrebbe essere prima di tutto una svolta per viaggiare nello spazio, riducendo nettamente i costi energetici e rendendo questi programmi più economici, ma anche molto meno impattanti sul nostro pianeta. Vedremo se le case automobilistiche, in un futuro magari non troppo lontano, decideranno di sfruttare tale soluzione anche per il mercato delle quattro ruote. La base è eccezionalmente interessante.