Il nuovo limite di velocità che cambia le carte in tavola nel nostro Paese: adesso ci sono tutte le ragioni per non toccarlo
Oltre ai vari aggiornamenti previsti dal nuovo Codice della Strada, si è andati ad affrontare anche il discorso dei limiti di velocità. Se da un lato non c’è più l’accanimento di prima con l’utilizzo degli autovelox, dall’altro ci sono dei dati incoraggianti che però non faranno piacere agli automobilisti.
Uno dei temi maggiormente discussi sul tavolo tecnico per la definizione del nuovo Codice della Strada è sempre quello relativo ai limiti di velocità. L’utilizzo degli autovelox, per espressa richiesta del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, è stato regolamentato, con la necessità di superare dei rigidi standard di omologazione. Alcuni dispositivi in giro per le strade italiane non sono a norma e questo rende le multe non valide, tramite ricorso.
Il Governo si era anche battuto per evitare che i controlli venissero svolti nelle zone con un limite di velocità troppo basso, proprio perché poteva trarre in inganno una maggior quantità di automobilisti. Uno di questi casi limite è quello delle Zone 30, ovvero parti di centri urbani in cui non si può superare la soglia dei 30 km/h. Un livello molto basso di percorrenza, ma che può essere utile in strade particolarmente anguste o con pericoli particolari, come l’uscita di una scuola o di un ospedale nei dintorni.
Queste zone 30 sembrano aver inciso positivamente sul numero di incidenti stradali registrati, con un calo in media del 23%, con un -38% di feriti e un -37% di decessi. Questi numeri sono emersi dallo studio scientifico prodotto a livello europeo sugli effetti dell’introduzione del limite di velocità nei centri urbani. La presentazione a Trento della seconda edizione di “City Flows”, organizzato da Fondazione Unipolis e dall’European Transport Safety Council, è stato il contesto giusto per affrontare il discorso.
Questo tipo di approfondimento statistico è stato curato dal Dipartimento di pianificazione e ingegneria dei trasporti dell’Università tecnica nazionale di Atene, con a capo George Yannis, sulla base di 70 studi diversi. Si è capito come un’andatura di 30 km/h in un contesto cittadino, soprattutto di grande portata, comporti anche una riduzione del 18% delle emissioni di CO2, oltre ad un calo repentino dell’inquinamento acustico (- 2,5 decibel), oltre ad un migliorazione del traffico, meno congestionato.
Nella presentazione della Fondazione Unipolis, è stato sottolineato come l’obiettivo finale sia quello di migliorare la sicurezza stradale e creare una cultura per tutti gli automobilisti, soprattutto all’interno del traffico cittadino.