Nuovo Codice della Strada bocciato, colpo di scena epocale: cosa cambierà ora alla guida

Incredibile ma vero: il Codice della Strada rinnovato e fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini potrebbe essere congelato.

Da dicembre scorso l’Italia si è messa sull’attenti, in particolare i cittadini provvisti di mezzo proprio, per l’attivazione del nuovo Codice della Strada. Una serie di modifiche apportate sulla normativa che regola il comportamento di automobilisti e pedoni sulle strade pubbliche italiane, volute fortemente dal ministro di infrastrutture e trasporti Matteo Salvini.

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Nuovo Codice della Strada bocciato, colpo di scena epocale: cosa cambierà ora alla guida (Canva) – Allaguida.it

Le maggiori differenze sono state apportate sulla severità delle sanzioni, una sorta di inasprimento generale, voluto per cercare di limitare il numero sempre crescente di incidenti e pirati stradali. In particolare aumentano e diventano più rigorose le conseguenze per chi viene pizzicato a guidare in stato di ebrezza o in stato di alterazione psico-fisica.

Negli ultimi giorni sono circolate voci e polemiche relative ai cosiddetti falsi positivi. Ovvero il rischio che un guidatore, sottoposto al test per valutare l’eventuale presenza di sostanze stupefacenti nell’organismo, posso risultare positivo solo perché sta assumendo farmaci o antibiotici, rischiando il ritiro della patente ed una multa elevata per un qui pro quo.

La corte di Cassazione contesta il Codice: dubbi sull’alterazione da sostanze stupefacenti

Proprio riguardo l’eventuale uso di stupefacenti per chi è alla guida di un veicolo, è arrivata una sentenza della Corte di Cassazione che rischia di aprire un vaso di Pandora sul rinnovamento del Codice della Strada. Precisamente la numero 2020/2025, che solleva dubbi sulle disposizioni del codice mettendo in evidenza alcune contraddizioni normative e pratiche.

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La corte di Cassazione contesta il Codice: dubbi sull’alterazione da sostanze stupefacenti (Ansa foto) – Allaguida.it

Nel caso in questione, un automobilista ha contestato la fondatezza delle prove a suo carico che sembravano inchiodarlo come soggetto in stato di alterazione psichica, in seguito ad assunzione di droghe. Il nodo è sull’articolo 187 del codice, già molto discusso, proprio riguardo l’equiparazione tra sostanze stupefacenti e alcuni farmaci da banco che potrebbero essere considerati proibiti.

Il ricorso si era basato sul fatto che l’uomo fosse stato sanzionato dopo test tossicologici che individuavano un’assunzione ben pregressa, senza dimostrare la compromissione psico-fisica alla guida. La difesa ha immediatamente contestato l’attendibilità delle annotazioni della Polizia Stradale, inoltre la sentenza è apparsa particolarmente incongruente, parlando di consapevolezza dell’assunzione pregressa di sostanze e non di stato alterato.

La Corte di Cassazione, esaminando il caso, ha chiarito come non basti dimostrare l’assunzione di sostanze stupefacenti, ma è necessaria la prova che le droghe stiano alterando le capacità di chi guida. La responsabilità penale scatta solo una volta che la compromissione dei riflessi e dell’attenzione dell’automobilista è evidente e concreta.

Una precisazione che rischia di far crollare le certezze e la severità su cui si fondano le modifiche del nuovo Codice della Strada. Era inevitabile che alle prime incongruenze ci fossero scontri ideologici e teorici sulla chiarezza di tale normativa.

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