Le tasse legate al mondo delle auto purtroppo sono una triste realtà e ora in Europa ne arriva una nuova che metterà in crisi i cittadini.
Il costo della vita sta aumentando sempre di più e di certo le istituzioni stanno facendo davvero ben poco per aiutare la cittadinanza a risparmiare del denaro faticosamente guadagnato. L’Unione Europea non è mai stata troppo generosa da questo punto di vista, con le tasse che non sono mai mancate, creando così delle difficoltà sempre maggiori.
Anche da un punto di vista dell’automobilismo siamo pur sempre di fronte a un periodo di profondi cambiamenti da un punto di vista tecnico, soprattutto per ciò che concerne l’aspetto motoristico. Da un lato infatti si sta andando verso una mobilità quanto più elettrica possibile, mentre il mercato continua a essere nettamente favorevole al termico.
L’elettrico è un’arma a doppio taglio, perché se da un lato è chiaro come sia evidenti i suoi vantaggi ecologici, dall’altro lato non mancano i grandi aiuti alla Cina. Questa è una nazione che vanta all’interno dei propri confini una grande quantità di materie prime per la produzione di vetture elettriche, il che le dà modo di mantenere i prezzi molto più bassi e competitivi, ma ora qualcosa sta cambiando.
Dazi per le auto in Cina: cosa cambia?
Non ci sta la Cina di fronte alla decisione da parte dell’Unione Europea, con la massima istituzione continentale che effettivamente sembra aver dato vita a una scelta abbastanza contraddittoria. Se si vuole aiutare le aziende europee, allora è giusto lasciare spazio di manovra per le auto termiche, ma se l’elettrico è il modo con il quale il mondo sarà salvato, allora ben vengano le cinesi.
Proprio questo è ciò che contesta la Cina in seguito ai pesanti dazi che sono stati inflitti alle varie case automobilistiche asiatiche. Dal 31 ottobre infatti sono entrate in vigore una serie di Leggi estremamente stringenti. La Tesla, per le auto prodotte a Shanghai, pagherà il 7,8% dei dazi, ma la vera mazzata sarà per il Gruppo SAIC.
Queste auto infatti dovranno pagare anche il 35,3% del valore complessivo dell’auto per poter venderla anche in Europa. Questo non fa altro che creare un effetto negativo sull’elettrico. Le cinesi erano quelle che riuscivano a mantenere i prezzi più bassi, ma per rientrare dalle spese ora dovranno alzare i costi. Pechino si rivolge all’Organizzazione Mondiale del Commercio e di sicuro la diatriba su queste vetture è appena iniziata.