La notizia che cambierà il destino della Fiat Grande Panda. Una decisione che fa discutere ma nasconde una precisa strategia industriale.
Il mondo dell’auto sta cambiando velocemente, troppo velocemente per alcuni. I costi di produzione sono schizzati alle stelle, l’energia costa sempre di più e realizzare un’auto economica in Italia sembra ormai un’impresa titanica.
Come un puzzle che non torna, i conti non quadrano più per chi vuole offrire vetture a prezzi accessibili. E così Stellantis, silenziosa come un gatto nell’ombra, ha studiato la mossa che nessuno si aspettava. La scelta della Serbia non è un capriccio, ma una necessità dettata dai numeri. Gli operai serbi guadagnano 1.137 euro al mese, mentre in Italia lo stipendio medio sfiora i 2.500 euro.
Una differenza abissale che pesa come un macigno sui costi finali. Lo stabilimento di Kragujevac, già casa della vecchia 500L, si prepara ora ad accogliere la nuova Panda grazie a un investimento di 190 milioni di euro. Il governo serbo ha fatto la sua parte, mettendo sul piatto 48 milioni e una serie di incentivi che farebbero gola a chiunque.
Produrre un’auto sotto i 20.000 euro in Europa è diventato un rompicapo che toglie il sonno ai manager di tutte le case automobilistiche. Le citycar, un tempo fiore all’occhiello della produzione europea, stanno scomparendo come neve al sole. Nel frattempo, i costruttori cinesi si sfregano le mani, pronti a colmare il vuoto con i loro modelli low-cost.
Gli stabilimenti italiani non rimarranno con le mani in mano. Maserati, Alfa Romeo e la nuova ammiraglia DS troveranno casa nelle fabbriche del Belpaese. Auto premium, con margini più alti che giustificano i costi di produzione italiani. Ma è come voler riempire una piscina con un bicchiere d’acqua: i volumi non saranno mai sufficienti a garantire il pieno impiego.
La speranza viene dalla piattaforma “STLA Small”, che potrebbe portare nuova linfa a Cassino e Pomigliano d’Arco. Ma il condizionale è d’obbligo. La Spagna fa già gli occhi dolci a Stellantis, offrendo gli stabilimenti di Saragozza e Vigo per i futuri modelli del gruppo. Una partita a scacchi dove ogni mossa può cambiare il risultato finale.
Il governo italiano si trova ora di fronte a un bivio: lasciare che il mercato faccia il suo corso o intervenire con incentivi che possano convincere Stellantis a puntare ancora sull’Italia. Una decisione non facile, che richiederà equilibrio tra le esigenze industriali e la tutela dell’occupazione. Nel frattempo, la Grande Panda si prepara a parlare serbo, in attesa che qualcuno trovi la formula magica per far tornare conveniente la produzione di auto economiche nel nostro Paese.