Contestare una multa sulle strisce blu è possibile e, spesso, il ricorso può essere accettato: ecco i motivi per i quali è possibile annullare la sanzione e come fare.
Nelle grandi città, specialmente nel centro storico, le strisce blu hanno ormai preso il sopravvento; quasi sempre, infatti, è impossibile riuscire a parcheggiare senza dover pagare la propria sosta. Può capitare, però, di non avere monete da inserire nel parchimetro oppure semplicemente di dimenticare di pagare il parcheggio per il tempo necessario ed ecco che scatta la multa.
Ad elevare la sanzione, in questo, sono gli ausiliari del traffico o gli agenti della polizia municipale che controllano l’esposizione del tagliando e, qualora non ci fosse o fosse scaduto, sanzionano il veicolo. Spesso, però, si può fare ricorso contro queste multe annullando, di fatto, il verbale. Ecco, quindi, i motivi per cui è possibile ricorrere e come fare.
Multa sulle strisce blu, i motivi per cui fare ricorso
Molti automobilisti, infatti, pur di non pagare la multa, preferiscono ricorrere per cercare di farsi annullare la sanzione elevata. E sono diversi i motivi per cui la multa potrebbe essere illegittima. Ad esempio l’articolo 7 comma 8 del Codice della strada stabilisce che, laddove il Comune istituisca delle zone di parcheggio a pagamento, è tenuto a intervallare le stesse con altre in cui la sosta è gratuita. Purtroppo non viene fissata una precisa proporzione tra le due aree e questo significa che non è cioè necessario che il numero di parcheggi contrassegnati dalle strisce blu sia identico a quello con le strisce bianche, ma basta una “adeguata” alternanza. Se questa non c’è, ecco che questo è sufficiente per determinare la nullità della multa.
Altro motivo per il quale si può fare ricorso, con concrete speranze di vedere la multa annullata, è la mancanza dell’ordinanza comunale che specifica l’istituzione delle strisce blu e che ne regola il loro numero, così come altro motivo più che legittimo è il mancato funzionamento del parchimetro. La legge, infatti, stabilisce che l’automobilista è tenuto ad allargare il raggio di controllo ad uno spazio più ampio, ma questo non deve implicare un eccessivo sforzo per l’automobilista al fine di raggiungere un altro dispositivo. In quest’ultimo caso è bene forografare il dispositivo non funzionante per avere una prova dell’effettiva rottura del parchimetro oppure telefonare direttamente ai vigili urbani che gestiscono l’area a pagamento.
Anche la mancata nomina degli ausiliari del traffico può essere un valido motivo per vedersi accettare un ricorso: in questo caso, infatti, la multa emessa è valida solo se essi sono stati assunti dal Comune o sono dipendenti di società esterne appositamente autorizzate dal Comune stesso al controllo delle infrazioni stradali relative unicamente alla sosta dei veicoli. A fronte di ciò però vi deve sempre essere un’ordinanza comunale che conferisca loro tale potere sanzionatorio e il contratto tra la società e il Comune deve essere ancora valido. Diversamente la multa è illegittima e può essere contestata.
Altro valido motivo d’impugnazione, infine, è rappresentato dal mancato adeguamento del parchimetro all’utilizzo del bancomat, in quanto dal 2016, la legge impone ai gestori di servizi pubblici, come i parcheggi sulle strisce di blu, di consentire il pagamento attraverso strumenti telematici quali bancomat o carte di credito.
Come contestare una multa
Se esiste un motivo valido, quindi, è possibile contestare una multa per sosta sulle strisce blu, sanzione compresa tra i 42 euro e i 173 euro, come previsto dal Codice della strada per chi parcheggia, ove è consentita la sosta per un tempo limitato, senza esporre la ricevuta di pagamento o per chi, pur avendo pagato, è andato oltre la fine del periodo di sosta acquistato. Per farlo esistono due strade: la prima è quella di presentare il ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dal ricevimento della raccomandata oppure si può presentare il ricorso al Prefetto, nel termine di 60 giorni dalla notifica.
In questo caso, poi, non è obbligatoria l’assistenza dell’avvocato, in quanto per importi inferiori a 1.100 euro, il ricorrente può ricorrere personalmente, versando il solo contributo unificato pari a 43 euro. Il ricorso, per essere considerato completo e accettabile, deve contenere:
- l’indicazione dell’autorità adita
- le generalità del ricorrente ed i dati relativi al veicolo
- l’esposizione dei fatti
- i motivi per cui si ritiene che la multa sia illegittima
- la data e sottoscrizione del ricorrente.
Una volta che tutto è in regola e che si è verificato che non ci siano vizi formali e che almeno uno dei motivi per cui si fa ricorso sia effettivamente valido, si può procedere con il ricorso con una buona possibilità che questo venga accettato permettendo così all’automobilista di non pagare la sanzione elevata che, a quel punto, sarà dichiarata illegittima e annullata.