La multa per parcheggio scaduto è legittima o no? La diatriba va avanti da tempo, a causa di una norma una del Codice della Strada concepita male e soggetta a diverse interpretazioni. Sulla questione ci sono due posizioni, entrambe autorevoli: il Ministero dei Trasporti e la Cassazione. La sosta a pagamento è regolamentata fuori dai centri abitatidell’art. 6 comma 4, lettera “d” del Codice della Strada. Mentre nei centri abitati dall’art.7 comma 1, lettera “f” del CdS. Quest’ultima disposizione prevede che la giunta comunale deliberi aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta fissando le relative condizioni e tariffe in conformità alle direttive del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Secondo il MIT il ticket scaduto non è una violazione al Codice della Strada ma un inadempimento contrattuale verso la società che detiene la proprietà dei parcheggi a pagamento. Al massimo, si può richiedere il pagamento della differenza tra i due importi e non i 41 euro attualmente pretesi dai Comuni per la sanzione amministrativa del divieto di sosta. Diversa è la tesi della Cassazione, espressa nella sentenza n. 16258/2016, dove ha affermato che la sosta effettuata oltre il tempo pagato è da considerarsi un illecito amministrativo e non un inadempimento: chi sosta nelle strisce blu con il ticket scaduto, merita una multa al pari di chi non si munisce dell’apposito ticket. La multa per ticket scaduto è oggetto ogni anno di migliaia di ricorsi, molti dei quali vengono accolti dai Giudici di Pace con questa motivazione: “La sosta in area regolamentata con titolo di pagamento scaduto non costituisce autonoma fattispecie sanzionata dall’art. 7, comma 1, lettera f del CdS”, chiamando in causa una nota del Ministero del 2014: “in materia di sosta, gli unici obblighi previsti dal Codice sono quelli indicati dall’articolo 157, comma 6, e precisamente l’obbligo di segnalare in modo chiaramente visibile l’orario di inizio della sosta, qualora questa sia permessa per un tempo limitato, e l’obbligo di mettere in funzione il dispositivo di controllo della durata della sosta, ove questo esista. Le sentenze della Cassazione non sono però vincolanti per i giudici di merito, che possono tranquillamente decidere secondo il loro libero convincimento.
Multa per parcheggio scaduto: l’importo
L’importo della multa per parcheggio scaduto applicata da molti Comuni italiani è di 41 euro. Come l’importo minino previsto per il divieto di sosta.
Multa per parcheggio scaduto: il parchimetro senza bancomat
A decorrere dal 1° luglio 2016, i Comuni sono tenuti ad installare bancomat e carte di credito/debito nei parchimetri, tranne nei casi di oggettiva impossibilità tecnica. Una sentenza emessa il 21 febbraio 2017 dal Giudice di pace Giovanni Pesce, ha infatti stabilito che “in mancanza di dispositivi attrezzati col bancomat gli automobilisti potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati” nelle strisce blu.
Multa per parcheggio scaduto: come fare ricorso
Se avete preso una per il ticket scaduto, se il parchimetro è sprovvisto di bancomat, se non ci sono strisce bianche nei paraggi, si può fare ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica del verbale.
Se avete preso una multa per parcheggio scaduto, il ricorso al Prefetto va redatto su apposito modello, indicando i propri dati personali, i dati identificativi del verbale e la richiesta di annullamento per sanzione amministrativa non dovuta.
Il ricorso alla Prefettura, deve essere come detto sopra, spedito tramite raccomandata A/R, oppure, presentato utilizzando la Posta Elettronica Certificata (PEC) al seguente indirizzo: protocollo.prefrm@pec.interno.it. Bisogna quindi essere intestatari di una PEC e che il ricorso sia firmato digitalmente dal titolare della PEC che ricorre. In alternativa si può fare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla notifica, ma costa 41 euro di tasse statali: in caso di vittoria, è difficile farsi rimborsare la tassa dal Comune; perdendo, la multa di 41 euro viene confermata e tassa di 41 euro pagata invano. La soluzione? Una riforma del Codice della Strada che stabilisca in maniera chiara e semplice regole ed eventuali sanzioni per chi sfora con l’orario del parcheggio. Un’utopia? Forse.