[didascalia fornitore=”Shutterstock”]Foto Shutterstock | di Monika Wisniewska[/didascalia]
L’emergenza coronavirus sta colpendo tutto il mondo: non solo Cina e Italia, le due nazioni più colpite dal virus, sono alle prese con quella che sta diventando un’epidemia globale, ma anche gli altri paesi stanno cercando di contenere il contagio. In questo momento complicato anche il mondo auto, e la tecnologia ad esso connesso, stanno cercando di fare la loro parte con rimedi che puntano soprattutto a mantenere più pulito possibile l’ambiente interno dei veicoli per evitare che il virus trovi un ambiente favorevole dove attaccare.
La tecnologia automobilistica, infatti,può prevenire la diffusione di malattie quando si viaggia su taxi, car sharing o vetture private. Negli Stati Uniti, ad esempio, è in fase di studio una soluzione che prevede l’utilizzo della luce UV-C – già impiegata per eliminare i germi – da impiegare anche per il coronavirus sulle superfici delle automobili. A riportarlo è il magazine Autofutures; la tecnologia Grenlite UV Angel di GHSP, un sistema brevettato che unisce l’impiego di sensori intelligenti integrati e di specifici algoritmi al trattamento delle superfici interne di un veicolo con luce UV-C, potrebbe essere un valido rimedio in quando il fascio luminoso utilizzato neutralizzare i batteri nell’auto. Questo tipo di tecnologia, già in uso per il trattamento negli ospedali, combina sensori e algoritmi in modo da controllare come viene gestita la luce UV-C e per quanto tempo con dei sensori rilevano chi c’è a bordo e indirizzano la luce esattamente verso i punti da disinfettare.
Geely brevetta il sistema G-Clean
Un altro possibile rimedio è quello studiato dalla Geely, casa cinese che ha già annunciato come tutti i suoi futuri veicoli saranno equipaggiati con un sistema di purificazione dell’aria intelligente G-Clean (IAPS) in grado di filtrare automaticamente le particelle nocive dall’ambiente interno dell’aria del veicolo. Il nuovo sistema IAPS che si caratterizza per il nuovo filtro chimico a carbone attivo avanzato in grado di assorbire efficacemente i gas nocivi – come la formaldeide – che entrano nel veicolo ed è anche in grado di filtrare gli odori irritanti e gli inquinanti nocivi una volta rilevati dal sistema automatico. Inoltre, lo IAPS è dotato di un generatore di ioni negativi in grado di sterilizzare e deodorare negli inquinanti dei veicoli e mirare a rimuovere virus, batteri, funghi e muffe nell’aria, ottenendo lo stesso livello di filtro dell’aria.
Anche Tesla in campo
Tra le case che si stanno adeguando per cercare di combattere il coronavirus, poi, c’è anche Tesla che sta valutando l’idea di migliorare ulteriormente il sistema di difesa ‘biologica’ dell’abitacolo con filtro Hepa e modalità Bloweapon che era stata presentata nel 2016. Secondo l’azienda la capacità di filtraggio di questa soluzione è molto più efficace rispetto ai sistemi normalmente montati sulle auto premium avvalendosi anche di una modalità che aspira e tratta l’aria prima che questa sia indirizzata all’abitacolo. Altro ambito di ricerca, per applicazioni sulle auto ma anche sui mezzi pubblici, è quello che riguarda i rivestimenti fotocatalitici FN Nano, in grado di eliminare il 2019-nCoV dall’aria. Non appena il virus tocca una superficie verniciata con cristalli microscopici di biossido di titanio (TiO2) attivati dalla luce UV, infatti, questo viene decomposto dalla fotocatalisi. L’utilizzazione dei nano rivestimenti è aumentata drammaticamente durante l’epidemia di SAR del 2002-2003 come efficace meccanismo non chimico per scongiurare i virus e oggi i rivestimenti multifunzionali FN Nano sono utilizzati in ospedali, aeroporti e luoghi pubblici.